The Visit è un film che, sotto l'apparente appartenenza al "genere" cela altre ambizioni.

M. Night Shyamalan gioca con la tecnica del mockumentary, ossia del falso documentario, per raccontarci un punto di vista con una doppia mediazione nella storia.

Se i protagonisti sono la giovanissima Becca (Olivia Dejonge) e il fratellino Tyler (Ed Oxenbould), in realtà sin dalla prima scena è la madre Paula (Kathryn Hahn) a spiegarci, osservata dall'occhio della telecamera della figlia, l'antefatto, il dramma familiare che sarà il motore vero della vicenda.

I due ragazzi sono infatti figli di una relazione non gradita ai genitori di Paula, con i quali la donna ha rotto i rapporti da anni.

Ma quando, dopo parecchio tempo, sono gli stessi nonni a mettersi in contatto, ai due ragazzi, bisognosi di punti di riferimento, non sembra vero di poterli conoscere, aiutando nel contempo la madre a partire in compagnia del suo nuovo compagno per la prima vera vacanza  dopo molti anni.

The Visit
The Visit

Ma già dalla prima accoglienza da parte dei nonni Nana (Deanna Dunagan) e Pop Pop (Peter Mcrobbie), i ragazzi cominciano a capire che qualcosa non torna.

Sin dalla prima serata con loro strani eventi sembrano accadere nella casa. Con un misto di curiosità e paura i ragazzi cercheranno di capire cosa si celi dietro i bizzarri comportamenti dei nonni, arrivando piano piano alla "verità". 

Tutto è guardato, come detto prima, dagli occhi delle telecamere. Prima da quella di Becca, alla quale si affianca un'altra camera affidata a Tyler. Non solo, la madre entrerà in scena durante il soggiorno dei ragazzi mediante una webcam.

The Visit
The Visit

Non c'è un fotogramma in tutto il film che non abbia un doppio filtro.

Ne conseguono inquadrature che non rispettano la grammatica del cinema convenzionale, caotici piani sequenza e anche qualche voluto e spiazzante scavalcamento del campo.

The Visit
The Visit

Tutto al servizio di una storia che alla fine, mediante il gioco aperto dell'uso dei più banali stereotipi del "genere", utilizzati da Shyamalan con una ironia che non è usuale nel suo cinema, troppo incline a prendersi sul serio nella maggior parte dei casi, vuole raccontare una storia di espiazione, di risoluzione delle tristi motivazioni per i quali si serbano rancori familiari, e delle estreme conseguenze che può avere arroccarsi dietro l'orgoglio. 

Un film da non sottovalutare.