Laura è un’ottima studentessa, ha tanti amici, un ragazzo ed è anche molto bella. La sua vita sembra perfetta e quando riceve su Facebook la richiesta di amicizia da parte di Marina, una sua compagna di corso con zero contatti, inizia a provare pena per lei. Nonostante sembri un tipo piuttosto strano che posta solo video inquietanti in bianco e nero, Laura decide di diventare una sua amica, anche se nelle intenzioni solo virtuale. Il giorno del suo compleanno la ragazza organizza una festa con i suoi amici reali e, senza preoccuparsi dei sentimenti di Marina che si sente esclusa, posta le foto della serata. Il giorno dopo a all’università viene dato l’annuncio che Marina si è suicidata mentre nella vita di Laura iniziano ad accadere fatti inquietanti.

Friend Request – La morte ha il tuo profilo
Friend Request – La morte ha il tuo profilo

Friend Request – La morte ha il tuo profilo di Simon Verhoeven prova attraverso l’horror a mettere in luce quelli che sono gli aspetti più preoccupanti legati ai social, ovvero la salvaguardia della privacy, lo stalkeraggio ma soprattutto l’impossibilità di sapere chi si cela davvero dietro un profilo virtuale. Niente di troppo originale insomma, perché se è vero che l’inquietudine nasce in modo autentico dall’incapacità di riuscire a controllare chi ci perseguita, quando viene inserito l’elemento paranormale il discorso perde un po’ di efficacia. Oggi le streghe 2.0 hanno nuovi metodi per perseguitare le persone e, servendosi dei social, postando filmati si vendicano non solo ammazzando i tuoi amici di appartamento, ma facendo fuggire pure quelli virtuali.

<i>Friend Request – La morte ha il tuo profilo</i>
<i>Friend Request – La morte ha il tuo profilo</i>

È ovvio che Friend Request – La morte ha il tuo profilo è rivolto a un pubblico adolescenziale, l’unico a poter considerare almeno vagamente inquietante avere un profilo Facebook con zero amici, perdendosi per strada anche diversi elementi che avrebbero potuto rendere la pellicola un po’ più interessante, come per esempio i filmati di Marina. Altri elementi narrativi invece non hanno alcun senso se non quello di allungare il brodo come i due poliziotti più inutili persino del vicesceriffo Linus in Scream. Però, chi è alla ricerca di un horror estivo senza pretese, un’occhiata gliela può pure dare.