La vita scorre più o meno tranquilla alla scuola di Xavier per giovani dotati, qualche anno dopo aver salvato il mondo da Apocalisse.

Ma i mutanti sono ancora temuti e impopolari. Per questo Charles Xavier (James McAvoy) non esita a inviare i ragazzi in missioni pericolose, come un salvataggio nello spazio di uno space shuttle in difficoltà a causa di un’improvvisa eruzione solare.

La missione sembra riuscita, ma le conseguenze delle radiazioni potrebbero aver lasciato il segno su Jean Grey (Sophie Turner), che improvvisamente manifesta dei poteri fuori da ogni scala di misura.

X-Men: Dark Phoenix
X-Men: Dark Phoenix

Forse la nube di radiazioni solari ha una origine diversa da quella presunta.Jean si rivela incapace di gestire l’enorme potere che adesso possiede. Un potere che sembra aver attirato sulla Terra anche degli alieni invasori.

Riusciranno le forze combinate degli X-Men e degli accoliti di Magneto a salvare la ragazza, la Terra e riscattare la cattiva reputazione dei mutanti?

X-Men: Dark Phoenix
X-Men: Dark Phoenix

A Simon Kinberg, regista e sceneggiatore di X-Men: Dark Phoenix, 106 minuti bastano e avanzano non solo per rispondere alla domanda, ma anche per tentare di tirare le fila di un universo cinematografico che ha debuttato 19 anni fa, che conta 11 film precedenti.

Va detto che, a differenza del Marvel Cinematic Universe, programmato quasi in ogni dettaglio, l’universo Mutante che debuttò nel 2000 con X-Men di Bryan Singer, è nato praticamente in corsa, e presenta parecchie contraddizioni al suo interno.

Ma delle contraddizioni importa poco se i singoli film, o le singole saghe interne sono godibili in modo autonomo.

X-Men: Dark Phoenix
X-Men: Dark Phoenix

Ma non è questo il caso.

Kinberg sintetizza con un misto di coraggio e incoscienza la complessa e articolata saga fumettistica di Chris Claremont e John Byrne, in un film che tenta di distillillarne i concetti fondamentali. Alcuni punti sono centrati, ma quello che non riesce al film è di incastrarsi con logica nell’universo cinematografico mutante.

A contribuire al complessivo fallimento del film sono anche dialoghi ridondanti, verbosi e alla fine poco interessanti e banali,  che sprecano la buona recitazione dei bravissimi attori del cast.

X-Men: Dark Phoenix
X-Men: Dark Phoenix

Il fan si può appassionare e commuovere forse per quanto si percepisce in filigrana se si conoscono i fumetti, ma lo spettatore profano affonda nella noia.

La messa in scena poi è un deciso passo indietro, con effetti e profondità degli scenari che ricordano le serie TV, ma quelle fatte in economia.

Se X-Men: Dark Phoenix fosse il pilota di serie a basso budget sarebbe forse accettabile in attesa di sviluppi, ma più che al momento culminante di una saga cinematografica ventennale, fa pensare che la Fox voglia lasciare ai nuovi gestori Disney le rovine di un franchise in crisi, non una florida e avviata serie. 

Un vero peccato. Gli X-Men nella versione di Bryan Singer meritavano un epilogo migliore.