“Tratto da una storia vera”, 18 Regali si ispira a un fatto di cronaca del 2017, ma il suo legame con la realtà è esclusivamente superficiale. Dietro alla nuova pellicola di Francesco Amato si nasconde infatti una fiaba contemporanea e senza tempo, un racconto che insegna con speranza ad affrontare ogni difficoltà.

Trama

Anna (Benedetta Porcaroli) è un’adolescente arrabbiata e distruttiva, mette in pericolo sé stessa e gli altri e coltiva un clima di ostilità nei confronti del padre Alessio (Edoardo Leo). Anna è orfana di madre sin dalla nascita, non ha mai colmato quel vuoto e, anzi, lo ha acuito gravandosi ogni giorno del fantasma di quella donna mai conosciuta. 

A ogni suo compleanno, Alessio le consegna uno dei regali lasciatele in eredità dalla genitrice. 18 regali, uno per anno fino alla maggiore età, ma proprio al diciottesimo Anna fugge di casa per finire coinvolta in un incidente stradale. In ospedale, in stato di coma indotto, la sua mente vaga fino a tornare alle origini della sua esistenza, offrendole la possibilità di incontrare finalmente Elisa (Vittoria Puccini), sua madre.

Tecnica

18 Regali è alimentato da modesti mezzi, ma il regista Francesco Amato (Lasciati andare, Cosimo e Nicole) è stato capace di trasformare le limitazioni in energia creativa. Ha scelto con raffinatezza su cosa concentrarsi, offrendo allo spettatore una dimensione umana e pregna di semplicità. Si è fidato dei suoi attori e ne ha esaltato la performance, ma ha anche preservato una presenza autoriale che va ben oltre al mero manierismo tecnico.

La pellicola è infatti invirtuosita da una miriade di minuscole accortezze, dettagli minori che regalano identità al prodotto finale. Le tinte fiabesche sono rinforzate dalla fotografia ovattata di Gherardo Fossi (Diaz, Lezione ventuno) e dalla scelta di sfruttare la peculiare geografia urbana della città industriale di Crespi d’Adda, patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

Attori

Edoardo Leo (Gli uomini d’oro, Perfetti sconosciuti) sorprende per versatilità. Il suo Alessio nasce come allenatore di calcio dalla cadenza romanesca, un dinamico “caciarone” che viene tramutato dal dolore e dalla responsabilità paterna in un uomo serio e maturo, responsabile e profondo. Capace è anche Benedetta Porcaroli (Perfetti sconosciuti, Una vita spericolata), dimostrandosi in grado di reggere l’attenzione della camera da presa interpretando dignitosamente un’adolescente sfaccettata e complessa.

Vittoria Puccini (Paz!, Magnifica presenza) domina, per soggetto e abilità, sull’intero film. 18 Regali è dedicato a Elisa Girotto e la sua controparte filmica non può che essere il sole attorno al quale orbita l’intero intreccio, le doti di Puccini sono pertanto messe a dura prova, ma ne escono a testa alta. La sua Elisa è resiliente, decisa, disperata, compassionevole, complessa; un vero essere umano con le sue mille sfaccettature, una donna forte nelle sue fragilità, genuinamente.

Conclusioni

La premessa di 18 Regali indurrebbe a liquidare la pellicola come stucchevole e melensa, una versione low budget de Attraverso i miei occhi, eppure la fatica di Francesco Amato si dimostra ben più intrigante di quanto le apparenze diano a intendere. A differenza del sopraccitato film hollywoodiano, 18 Regali non ha tendenze didascaliche, si fida della sensibilità dei propri spettatori e li lascia liberi di esplorare la propria emotività. 

Per quanto celebrativo, il film si salva dal buonismo o dal proporre una vicenda generazionale. Il dramma della malattia, l’amicizia e il reciproco sostegno, la difficoltà di essere genitore: ognuno potrà cogliere elementi che gli sono più vicini e ricavarne speranza. Non la speranza di un futuro migliore, ma la speranza che nasce dal sapere di non essere soli.