''Sento freddo e caldo, mi ha preso la febbre terzana, mi tremano le budella, il cuore e l'anima mi diventano piccoli piccoli...''.

Sui muri delle sale che, quattro secoli dopo, ospitano il rettorato universitario di Palermo, antica sede delle celle dell'Inquisizione, ecco i graffiti lasciati dalle streghe... o per meglio dire, le donne che all'epoca erano considerate tali, e quindi bruciate sul rogo senza tanti complimenti.

Una scoperta macabra, quella fatta sotto l'intonaco del palazzo durante i lavori di restauro, e nel contempo sinistramente affascinante: scritte in dialetto, disegni, rabbia e dolore.

Da quelle che, tra il 1601 e il 1782, erano le celle dell'Inquisizione, è inoltre stato scoperto anche un vero e proprio passaggio segreto che portava direttamente alla Stanza dell'inquisitore.

Roba da Eymerich.

Ma l'edificio è pieno zeppo di brutti ricordi: sono stati trovati anche i solchi lasciati dalle gabbie appese al soffitto dove furono messe in mostra le teste di coloro che avevano osato ribellarsi a Carlo V (1516-1554).

All'indirizzo www.guidasicilia.it/ita/main/news/index.jsp?IDNews=17886, un'immagine dei graffiti.