Alla morte di Ulyssese Bloostone, patriarca di una famiglia impegnata da generazioni nella caccia ai mostri, la moglie Verusa (Harriet Sansom Harris) riunisce un gruppo di cacciatori alla sua veglia funebre.

Scopo della riunione è indire una caccia che deciderà quale cacciatore sarà degno di ricevere la gemma Bloodstone, dotata di enormi poteri. Tra i cacciatori il riluttante Jack Russell (Gael García Bernal) ed Elsa, la figlia di Bloodstone (Laura Donnelly), da oltre ventanni distante dalla famiglia.

Licantropus
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La competizione consisterà nel dare la caccia all'Uomo Cosa (Man-Thing), un terribile mostro al quale è stata innestata la pietra, uccidendolo, ma allo stesso tempo in una lotta all'ultimo sangue con gli altri cacciatori.

Ma le cose non si rivelano come sembrano. Sin da subito si formeranno impreviste alleanze, e scopriremo che il concetto di "mostro" e "umano" potrebbe essere del tutto soggettivo.

Licantropus
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Licantropus, che è lo stesso nome con il quale la Corno pubblicò nel 1973 il fumetto Werewolf By Night, ideato da Gerry Conway e Mike Ploog, è un agile speciale di meno di un'ora che introduce il personaggio nel Marvel Cinematic Universe. Non solo, insieme a lui anche un altro personaggio del pantheon horror Marvel,  l'Uomo Cosa, ovvero Man-Thing.

L'altrimenti famoso come musicista Micheal Giacchino esordisce nella regia di un mediometraggio live action (prima ha diretto episodi solo un paio di cortometraggi animati), con un approccio filogico alla materia, rievocando il cinema di mostri in bianco e nero degli anni '40, ovvero rifacendosi al capostitpite The Wolf Man di George Waggner con Lon Chaney Jr., tralasciando l'iperrealismo de L'Ululato di Joe Dante o Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis. Non solo la fotografia è quasi tutta in bianco e nero, ma anche le musiche sono nello stesso stile retrò. A completare il quadro i tantissimi effetti visivi non CGI, affidati al giochi di luce, ombre, e trucco protesico.

Licantropus
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Anche la trasformazione del mostro, in controcampo, visualizzata con un gioco di ombre, rievoca i tempi in cui si faceva di necessità virtu, e si mostrava il prima e il dopo, mai il durante, e anche la stessa "creatura" era mostrata e non mostrata, messa in ombra per risparmiare il più possibile. Questi espedienti sono nel tempo diventati linguaggio, rendendo pieni di suspense questi film.

Ma per il film di Giacchino non è una questione di budget, che per una produzione televisiva appare sicuramente alto, ma di citazione filogica.

Non mancano comunque momenti di azione "moderni", in cui la lotta diventa frenetica, come la lotta contro gli sgherri della Bloodstone, con una camera semi fissa che piano piano restringe la visione, con inesorabile ferocia. Zero concessioni a slow motion e bullet time, in compenso.

Il risultato appare efficace, non tanto per la precisione della citazione, ma anche perché, la resa "fisica" del licantropo, più umano che bestiale, rende bene l'idea di un personaggio che, pur nell'aspetto ferino, ha ancora un residuo di umanità nel profondo del suo animo. Un "mostro" che diventa eroe, suo malgrado.

Licantropus
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Lo speciale è inoltre condito di ironia e autoironia, grazie anche a un divertito e divertente Gael García Bernal, che stabilisce un'ottima intesa con l'altrettanto efficace partner sulla scena Laura Donnelly. 

La storia, semplice e lineare, prende subito e la durata è sufficiente a non farci stancare del giochino citazionista.

La sigla iniziale, una versione "dark" del logo MCU, lascia pensare che Licantropus non sia che l'inizio di una esplorazione di questo versante del Marvel Cinematic Universe. Se questo primo passo appare slegato, non è improbabile che i successivi vedreanno più collegamenti, con la reintroduzione di Blade e, si spera, anche del Dracula versione Marvel.

Per ora godetevi questo speciale, quello che verrà lo scopriremo più avanti.