Sorella Ann (Jacqueline Byers) presta il suo servizio come infermiera in una succursale statunitense di un istituto del Vaticano che si occupa di esorcismi. La sua volontà sarebbe quella di studiare da esorcista, ma alle donne è precluso. È spinta dal suo passato, dal ricordo di una madre alla quale fu diagnosticata la schizofrenia, ma che lei è certa essere stata posseduta dal Demonio.

A spingerla sempre più su questa strada è la presenza nell'istituto, tra i ricoverati sospettati di essere posseduti, dell'adolescente Natalie (Posy Taylor), con la quale stabilisce una profonda connessione.

Gli occhi del diavolo
Gli occhi del diavolo

Figure guida in un percorso alla scoperta di se stessa saranno per Ann, la dottoressa Peters (Virginia Madsen), psicologa pronta ad accettare che esistono fenomeni incomprensibili, padre Quinn (Colin Salmon), docente di esorcismo. Potrà inoltre contare sul compagno di corso Padre Dante (Christian Navarro), con il quale stabilirà un rapporto di mutua assistenza, quasi di complicità, andando a scontrarsi con i rigidi dettami dei quali il Cardinale Matthews (Ben Cross) e Sorella Eufemia (Lisa Palfrey) sono severi custodi.

Gli occhi del diavolo
Gli occhi del diavolo

Gli occhi del diavolo, dell'ormai veterano dell'horror Daniel Stamm, è una storia di elaborazione del trauma. Il singolare punto di vista di Ann parte da una visione alternativa del concetto di possessione diabolica. La sua visione non si focalizza sul demone, bensì sulla persona posseduta. L'arrivo del demonio non è un fattore esterno, ma è strettamente legato alle esperienze del soggetto. Con questa idea, simile a quella dei medici focalizzati più sul malato come sistema che sul singolo sintomo della malattia, Sorella Ann matura un metodo che però la metterà in confronto con il dilemma che è lo slogan del film: Dio l'ha chiamata. Il Diavolo l'ha scelta. Il cui significato è da scoprire guardando il film.

Gli occhi del diavolo
Gli occhi del diavolo

Si tratta di una buona idea, mal supportata però da una sceneggiatura priva di veri colpi di scena, che suggerisce in modo eccessivo quei passaggi che dovrebbero stupire lo spettatore. Anche i momenti in cui si balza sulla poltrona sono per lo più attesi, tranne forse in un paio di occasioni.

Visivamente Stamm ricorre troppo al buio. Si sa, con pochi soldi il buio nasconde il "Mostro", ma in questo caso restano al buio anche i protagonisti, in modo eccessivo.

Jacqueline Byers (Salvation) risulta altresì convincente nel delineare il suo personaggio, lontano dalle solite scream queen, ma anche dalle badass stile Ellen Ripley. Risulta ben coadiuvata dai due mentori.

Gli occhi del diavolo
Gli occhi del diavolo

In conclusione, Gli Occhi del Diavolo non è perfetto, ma ha degli elementi che lo caratterizzano nell'ambito del genere "possessione diabolica", rendendolo un film godibile.