Per Ivy e Theo il loro incontro è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Architetto di successo lui, chef alle prime armi lei, decidono da Londra di trasferirsi in Florida e, i successivi dieci anni trascorrono in armonia tra figli e quella che sembra la carriera solida di Theo. Ivy ha lasciato da parte la propria passione per la cucina per occuparsi della famiglia, ed è felice quando il marito le propone di acquistare un locale dove poter di nuovo cominciare a lavorare, anche se con il minimo impegno. Tutto cambia in una notte di tempesta quando l’edificio progettato da Theo crolla miseramente mentre il locale di Ivy viene invaso da turisti in cerca di cibo e riparo. Diventato un meme su internet, l’architetto viene licenziato in tronco mentre per una recensione positiva di un critico gastronomico, il locale di Ivy decolla. Le conseguenze nella coppia per questo scambio di ruoli saranno a dir poco disastrose.

Se la prima versione trasposta sul grande schermo de La guerra dei Roses, basato sul romanzo omonimo di Warren Adler e diretto da Danny De Vito, concentrava quasi tutta la sua attenzione sulle cattiverie sempre più atroci tra coniugi, questa nuova trasposizione si prende più tempo per raccontare la storia dei due protagonisti. I Roses di Jay Roach, regista a suo agio tanto in commedie quanto in pellicole più drammatiche, mette in campo non tanto il gioco per l’escalation di violenza quanto le motivazioni per nulla banali che ad essa possono portare, non parteggiando per nessuno. In tutto il primo atto marito e moglie vengono raccontati come perfetti complici, una coppia che si capisce al volo ed è molto divertente, specie quando viene usato il contesto americano, nel quale due inglesi si trovano spiazzati da amici per i quali è spassoso andare al poligono di tiro. Quando poi la situazione si ribalta e non è più il pater familias ad avere successo e provvedere alla prole ma la mater, Theo sembra autenticamente felice per Ivy. Il suo problema non è che lei si sia realizzata ma è il proprio misero fallimento, il che non lo rende per forza un cattivo marito.

Proprio per questo suo inquadrare i personaggi in maniera sfaccettata, I Roses non è tanto una visione cinica su cosa si possano fare due persone che una volta si amavano, quanto una riflessione sull’incomunicabilità e sulle pressioni sociali, e anche sull’egoismo individuale nonostante ci possa essere rispetto, sintonia e amore. La scelta di far interpretare Ivy e Thoms a Olivia Colman e Benedict Cumberbatch (il film è da vedere assolutamente in versione originale) è perfetta per gestire una sceneggiatura fatta di battute e di caustico humor inglese, che li rendono ancora più complici in mezzo ad americani che non li capiscono.
I Roses è una commedia divertentissima capace di dire che l’amore non basta e che nonostante la buona volontà, qualche volta è solo la vita o il destino a rendere inevitabile il peggio.
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