Cenerentola non era l'unica che voleva sposare il principe. Tutte le ragazze del regno erano in fila, come agnelli sacrificali, a farsi soppesare, giudicare, bramare dai laidi cortigiani. Tra queste Elvira, sorellastra di Agnes, che si è sottoposta a torture indicibili per apparire di una sfavillante bellezza esteriore, spinta dall'ambiziosa madre/padrona. Ma se Elvira ha guadagnato in aspetto, quello che ha perso all'interno non è solo la sua anima, ma la sua stessa essenza. E quando Agnes, ribattezzata Cenerentola, perde al ballo la scarpetta, Elvira si sottopone alla mutilazione estrema pur di farvi entrare il suo piede. Infatti solo colei che calzerà la scarpa sposerà il Principe. Cosa può andare storto?

The Ugly Stepsister, film scritto e diretto da Emilie Blichfeldt, propone un rilettura body horror della fiaba di Cenerentola.

The Ugly Stepsister
The Ugly Stepsister

Una versione che, in realtà, non sembra lontana non solo dalla trascrizione dei fratelli Grimm del racconto tramandato in forma orale nel XIX secolo, ma anche dalla precedente elaborazione di Giambattista Basile in Lo cunto de li cunti, del XVII secolo. Trascrizioni ed elaborazioni molto più crude dell'edulcorata versione cinematografica Disney dello scorso secolo, alla quale, non si è mai capito per quale motivo, la vulgata attribuisce una sorta di canone al quale ci si dovrebbe attenere.

Il film racconta sia una relazione tossica madre/figlia, sia le autentiche torture che il corpo femminile subisce per adeguarsi agli standard di una società maschilista, portando tutto alle estreme conseguenze.

Torture fisiche, ma anche psicologiche, umiliazioni inflitte non solo dagli uomini, ma anche da donne che ne sono complici compiaciute.

L'immaginario visivo è gotico nord europeo, con una visione cinematografica che ricorda l'exploitation anni '70, nella fotografia, nelle musiche, nella mescolanza di violenza e sessualità, che però non ha nulla di erotico, ma risuona solo di sfruttamento e mutilazione della carne.

Allo stesso tempo The Ugly Stepsister è una storia di crescita e di emancipazione. Non certo di Agnes/Cenerentola (Thea Sofie Loch Næss), che nello sposare il principe viene inglobata dal sistema patriarcale, e non trova affatto una forma di emancipazione, ma di Elvira e della sorella Alma, che troveranno la forza di affrontare i propri demoni interiori e esteriori, in primis la dispotica madre.

Le sofferenze e i patimenti di Elvira troveranno quindi una ragione d'essere, la fonte della loro necessità, proprio perché, sia pur dolorosamente, sono state il mezzo per la libertà e l'autodeterminazione.

Lea Myren
Lea Myren

Lea Myren nel ruolo di Elvira è di una stupefacente bravura nel mettere in scena un personaggio che sappiamo cosa non è all'inizio del suo arco narrativo, e che vedremo prendere la sua forma. Non è  solo la "cattiva con una storia", come raccontata dai film disneyani come Maleficent o Cruella, che restano comunque pregevoli esempi di stampo industriale, e neanche una eroina manicheamente identificabile come tale. È una ragazza con dei sogni non suoi, non consapevole, che alla fine troverà una via tutta sua, con un orizzonte incerto, ma aperto.

Ane Dahl Torp
Ane Dahl Torp

A suo modo carismatica, la figura della madre Rebekka, interpretata da Ane Dahl Torp. Personaggio che, per motivi molto simili a quelli di Agnes, non può avere un arco, perché resta ingabbiata e avviluppata nel sistema in cui voleva inglobare la figlia. Fallendo nell'intento, a Rebekka non resta che se stessa.

Alma, l'efficace Flo Fagerli, ha un percorso quasi interstiziale, apparentemente autonomo. Ignorata dalla madre perché non ancora "da marito", nei pochi passaggi in cui interverrà sarà la forza motrice che aiuterà la sorella in crisi.

The Ugly Stepsister è un film "sporco" e crudele, sanguinoso e verminoso. Vermi che richiamo falli, che richiamano vermi. Figure ricorrenti non casuali. Come non è casuale che non ci sia una figura maschile che emerga positivamente nel film. Dal padre di Agnes che esce di scena velocemente, ai notabili di corte, fino allo stesso principe.

Un film che affronta argomenti sempre attuali sul terreno della fiaba oscura e della metafora, ma non per questo li rende meno significanti.