La notizia ha fatto velocemente (è il caso di dirlo) il giro del mondo, e a renderla nota è stato il sito ufficiale di Marion Zimmer Bradley (1930 - 1999): Ravens of Avalon, sesto libro della famosissima Saga di Avalon, è atteso in tutte le librerie dei paesi anglofoni per il 2 agosto 2007. La data è ufficiale, e la stessa libreria virtuale Amazon la dà come veritiera, anche se, ci teniamo a dirlo, è necessario essere ancora un po’ cauti. Secondo alcune fonti apparse in internet (tra cui il sito della coautrice della Saga), Diana L. Paxson avrebbe ultimato proprio in questi giorni – tra fine settembre e inizio ottobre 2006 – il lungo, complesso lavoro attorno a questo romanzo, che conterebbe circa 400 pagine e narrerebbe la storia e le gesta della regina-guerriera Boudicca.

Della trama si sa ancora poco, tuttavia, secondo voci autorevoli, il fulcro stesso del romanzo ruoterebbe attorno all'anno 60 d.C., tempo della famosa battaglia di Mona Insula (Isola Anglesey, o meglio, in gaelico, Ynys Mon). A questo proposito, rimandiamo al prologo di Le Querce di Albion (1993), romanzo scritto dalla Zimmer Bradley con l’aiuto della Paxson, dove, in poche righe, si accenna a questa sanguinosa vicenda storica. Le fonti tuttavia non mancano per poter ricostruire, anche solo a grandi linee, la trama stessa del libro (cosa che facciamo, qui, senza comunque alcuna pretesa di svelarne in anticipo i contenuti).

 

Attenzione! Certi particolari storici che seguiranno potrebbero rientrare in parte (o completamente) nel libro Ravens of Avalon, e potrebbero così risultare come degli indesiderati spoilers. Chi non volesse rovinarsi l’attesa, e la lettura del romanzo, è pregato di evitare quanto segue:

La vicenda di Boudicca è nota e storicamente accertata. Nel 55 a.C. Giulio

Diana L. Paxson
Diana L. Paxson
Cesare iniziò l’invasione della Gran Bretagna, sogno che accarezzò per primo, e a lungo, ma che non riuscì mai a vedere realizzato. Ancora, sotto l’Imperatore Claudio, nel 43 d.C., la Britannia si caratterizzava come un’isola indipendente, forte e libera: un territorio da espugnare e vincere. Ed è durante questa seconda ondata di conquista che ha inizio la storia di Boudicca (o Boadicea).

Si racconta, sulla base degli scritti di Tacito, che Boudicca fosse una giovane di nobile famiglia. A circa sette anni sarebbe stata inviata a vivere con una “seconda famiglia”, presso cui rimase fino ai 14 anni circa. Fu in quel periodo che apprese la storia, le tradizioni, la religione e la cultura delle tribù celtiche e imparò l'arte militare (e c’è da credere che Diana L. Paxson abbia interpretato questo periodo storico con una ambientazione tipicamente fantasy, “inventando” per Boudicca un lungo soggiorno sull’Isola sacra di Avalon). Attorno al 47 d.C. la giovane tornò tuttavia a casa, e la sua famiglia la dette in sposa all'Iceno Prasutago (dal quale in seguito ebbe due figlie).

Boudicca divenne così regina del popolo degli Iceni, e fu sempre rappresentata come una donna potente, dal fascino magnetico e dal carisma unico. La descrizione che segue ci viene da uno scrittore romano, Dione Cassio, che così la ricordava fisicamente: «Boudicca era molto alta. La sua voce era dura e possente. Aveva capelli spessi e lunghi, di colore bruno-rossastro che le arrivavano fin sotto la vita. Indossava sempre un grande torc dorato intorno al collo, e un mantello tartan fissato con una spilla».

Boudicca – secondo le fonti – trascorse tranquillamente più di un decennio come sposa di Prasutago, re della città degli Iceni (ora nota come Norfolk): un grande centro abitato indipendente dal potere di Roma. Tuttavia, quando Prasutago morì (tra il 59 e il 60 d.C.), senza eredi maschi, lasciò le sue ricchezze e il governo del regno alla moglie, alle due figlie, e all'imperatore Nerone: confidando con ciò in un atto di clemenza (e magari di guadagnarsi la protezione Imperiale per la sua amata gente).  Ma i Romani, vanificando da subito quelle speranze, annetterono con la forza il regno degli Iceni all’Impero di Roma, senza riserve di sorta: umiliando con la violenza la famiglia del re  (secondo alcune fonti storiche Boudicca venne addirittura fustigata pubblicamente), e saccheggiando tutto il territorio circostante. Da qui prese avvio la ribellione capeggiata da Boudicca.

Marion Zimmer Bradley
Marion Zimmer Bradley
Mentre il governatore della provincia, Svetonio Paulino, era lontano per motivi di stato, la regina degli Iceni organizzò una sommossa in tutta la regione dell'Anglia Orientale. Gli insorti bruciarono allora le città di Camulodunum (oggi Colchester), Verulamium, e parte di Londinium (Londra) e molti altri importanti avamposti militari, massacrando (come riporta Tacito) oltre 70.000 tra Romani e Bretoni simpatizzanti di Roma, e facendo letteralmente a pezzi la Nona Legione. Ciò nondimeno, in un drammatico contrattacco, l'esercito comandato dal governatore Paulino tornò a scontrarsi con i rivoltosi nella zona corrispondente oggi al centro di Londra, riuscendo a riconquistare e a sottomette di nuovo (in una sanguinosissima battaglia finale, divenuta leggenda) la provincia insorta.

Vinta, si narra che Boudicca morì per l'enorme dolore, assumendo del veleno (ma c’è anche da credere che questa leggenda, priva di solide basi storiche, non verrà quasi certamente adoperata dalla Paxson). Gli storici raccontano infine che prima della battaglia decisiva Boudicca tenne questo discorso:

«Britannici, io sono la figlia di uomini d'onore, e ora non sto combattendo per la mia ambizione. Sto combattendo come una persona comune che ha perso la sua libertà. Sto combattendo per il mio corpo violato. Gli Dèi ci destineranno la vendetta che ci meritiamo. Pensate quindi a quanti di noi stanno combattendo, e al perchè. Allora, solo allora, vincerete questa battaglia… o morirete.»