Vi presentiamo una succosa intervista a Tito Faraci (Nick Raider) e Claudio Villa (Tex), sceneggiatore e disegnatore del prossimo, atteso, Devil & Capitan America: Doppia Morte, storia Marvel tutta italiana targata Panini Comics e Marvel Italia. I colori saranno di Fabio D'Auria(L'Uomo Tigre).

Faraci e Villa presenteranno il loro lavoro a Lucca Comics & Games i primi di novembre. Una manifestazione importante, come i fan sanno bene, che FantasyMagazine non mancherà di seguire da vicino.

Ricordiamo che Doppia Morte non è il primo albo con classici personaggi Marvel a essere realizzato da autori del nostro paese, patria di un nutrito numero di fumettari appassionati; c’era già stato L'Uomo Ragno: Il segreto del vetro, realizzato sempre da Faraci e Giorgio Cavazzano (disegnatore storico di Topolino).

Queta nuova graphic novel, però, ha atmosfere molto più cupe della storia sull’Uomo Ragno, è ambientata nel passato della continuity Marvel e vanta un villain classico e terribile: il Seminatore di Morte.

Ecco l’intervista e alcune tavole dell’opera in anteprima, che abbiamo il piacere di presentarvi direttamente dalla Press Area Panini.

Qualche domanda su Devil & Cap: Doppia morte

1) Dopo L’Uomo Ragno: Il segreto del vetro (al fianco di Giorgio Cavazzano), Doppia morte (in coppia con Claudio Villa) è il tuo secondo progetto marvelliano. Questa volta al centro dell’azione troviamo Devil e Capitan America. In che modo hai affrontato questa volta l’Universo dei supereroi Marvel?

Faraci: Si tratta di una storia molto diversa. Lunga più del doppio delle tavole, rispetto a quella dell’Uomo Ragno. Più allineata con la continuità dei personaggi. Lavorata con un contatto più continuo e significativo con la casa madre americana, oltre che con lo staff della Panini. E lo stile del disegnatore è molto diverso. Quindi è stato differente il mio lavoro. Nel Segreto del vetro c’era una certa, ricercata, leggerezza. Qui no. È una storia dura, drammatica, sofferta come, del resto, richiedevano i personaggi stessi.

Tavola di Claudio Villa
Tavola di Claudio Villa

2) Com'è nato il progetto di questa nuova graphic novel in cui torna in vita un vecchio avversario di Devil: il Seminatore di Morte?

Villa: Tra me e Tito, dai tempi della storia con Diabolik (contenuta in Diabolik – Visto da lontano) era rimasta una gran voglia di raccontare ancora qualcosa insieme. Il resto l’ha fatto una particolare congiunzione astrale che ha messo d’accordo i nostri progetti e la voglia di Panini Comics di “seminare”,”coltivare” e “mietere” una nuova, supereroistica storia “italiana”.

Durante le frequenti riunioni per mettere a punto il taglio e la “temperatura” della storia è spuntata l’idea (credo al megadirettore Marco M. Lupoi) di “usare” il Seminatore di Morte.

Non so quanto abbia influito il fatto che, in Tex, avevo lavorato con un altro “resuscitato”: Mefisto. Al di là di una evidente specializzazione in resurrezioni, è stato stimolante conoscere e interpretare un villain di tutto rispetto.

Faraci: confermo che l’idea è stata di MML. Mi ha molto intrigato potermi agganciare con eventi importanti e traumatici del passato di Devil. Del Seminatore di Morte ho dato una rilettura da dentro, interiore. Ho raccontato la sofferenza del Male.

3) Se doveste riassumere in poche parole il fulcro della storia, quali elementi trovate più significativi?

Villa: Il confronto fra Devil e Cap, non certo a tarallucci e vino.Faraci: Un drammatico conflitto di interessi. E di punti di vista.

4) Doppia morte è la prima storia lunga che firmate insieme. Qual è il metodo con cui lavorate? È molto diverso da quello che utilizzate per altre serie come Brad Barron, Tex o Diabolik?

Villa: La cosa più significativa e bella è il dialogo, quasi quotidiano, con Tito. Teso a mettere a punto ogni sfumatura della storia. L’obiettivo, fin dall’inizio, era un lavoro pienamente condiviso da entrambi. Personalmente non è molto diverso dallo spirito che metto nel lavorare a Tex, maqui si parte da una amicizia tra me e Tito, nata prima di lavorare insieme.

Faraci: Sono abituato a parlare molto con Claudio, a cui talvolta chiedo anche qualche dritta mentre scrivo Tex. Entriamo molto nel merito l’uno del lavoro dell’altro. Un bello scontro di teste dure (ma la sua lo è di più). Per il resto, per me è un grande disegnatore e un grande amico, non necessariamente in questo ordine.

Tavola di Claudio Villa
Tavola di Claudio Villa
5) Cosa avete provato nel lavorare con alcuni personaggi che vi hanno segnato innanzitutto come lettori?

Villa: Si ripete la sensazione già provata con Tex. È un esame nuovo a cui mi sono, non senza timori e ansie, sottoposto con la voglia di vedere che cosa il Claudio-lettore avrebbe chiesto al Claudio-disegnatore per essere soddisfatto.Di certo trovarsi a disegnare nuovi miti d’Oltreoceano regala tanta adrenalina…

Faraci: Anche per me non è la prima volta. Stavo provando sensazioni simili con Tex. Certo, Devil è stato davvero il primo, primissimo personaggio di cui ho letto una storia a fumetti. Tutto è cominciato da lì. Gli dovevo molto. E ho tentato di restituirgli qualcosa.

6) In Doppia morte l’atmosfera, il ritmo e soprattutto l’azione non mancano. Come ti sei trovato a disegnare una storia “Marvel style” dopo anni di intense frequentazioni con il west di Tex, testata della quale non solo sei il copertinista ufficiale ma anche uno degli autori di punta?

Villa: La cosa più evidente è stata la “ruggine”che ho dovuto togliermi nell’utilizzo della tavola.

Ho dovuto forzarmi per riuscire a sfruttare al meglio tutto lo spazio sfruttabile in una gabbia “mobile”, a differenza della struttura collaudata e tradizionale del Ranger nostrano.

Mi trovo comunque a raccontare ancora l’America. Dove le colt hanno lasciato il posto ad un bastone “magico” e a uno scudo solido, una camicia gialla e uno Stetson sono sostituiti da costumi aderenti e maschere misteriose, dove le praterie e i paesaggi sconfinati si confondono nella skyline di una enorme città, nelle vie piene di auto viste da un uomo che volteggia agile tra i grattacieli…

È stato un respiro ad una altra quota, un tuffo da uno scoglio più alto.

È stato un bel sogno che si è avverato. E da cui è bello tornare, perché nella matita è rimasto un ricordo… che riempie meglio i sogni di chi vuole ancora sognare.

Nella gallery qui sotto e nell'articolo, alcune tavole in anteprima realizzate da Claudio Villa.