Ben Stiller è Larry Daley, un papà divorziato inventore e sognatore, ancora alla ricerca della sistemazione definitiva e con l’urgenza di ottenere un’occupazione. Con un posto sicuro Larry non rischierebbe di deludere ancora una volta il figlio, e soprattutto potrebbe continuare a vederlo. Per questo accetta l’impiego di guardiano notturno al museo di storia naturale di New York.

Il trio di guardie passatelle capitanate da Dick Van Dyke mostra a Larry i suoi compiti, ma si scorda di menzionare il fatto che a causa di una maledizione che il museo ha ereditato nel 1952 insieme a una mummia egizia, le creature prendono vita di notte.

Un gigantesco scheletro di dinosauro affamato d’attenzioni, uomini di Neanderthal alle prese con il fuoco, fameliche bestie feroci e dispettose scimmiette, sono tantissime le creature che un’antica tavoletta egiziana riporta di notte in vita grazie alla magia.

Fra loro anche il ventiquattresimo presidente degli Stati Uniti Teddy Roosevelt (Robin Williams), cowboy in miniatura (guidati da Owen Wilson con il suo naso non tanto miniaturizzato), litigiosi e minuscoli soldati romani, perennemente in lotta con i cowboy. Ma il più pericoloso tra i risvegliati è il nemico delle aiuole per eccellenza: Attila l’Unno.

Dopo la prima, traumatica notte, Larry è deciso a lasciare l’impiego, ma cambia idea e comincia a studiare la storia nella speranza di capire meglio i bizzarri ospiti del museo.

Gli sceneggiatori Thomas Lennon e Robert Ben Garant, autori della serie televisiva Reno 911, hanno trascorso la nostra infanzia a scorrazzare per il museo di New York e hanno cullato per anni la stessa fantasia: nascondersi nel museo e vedere cosa capitava di notte. Un sogno condiviso da molti bambini e che alcuni musei italiani hanno realizzato (il museo della scienza e della tecnologia di Milano o il museo di storia naturale di Firenze).

Questo forse è il segreto dell’innegabile successo che il pubblico americano ha tributato al film di Shawn Levy, che dirige con equilibrio una pellicola chiaramente dedicata a un pubblico giovane ma divertente e abbastanza intelligente per piacere a qualsiasi età.

La vicenda, tratta dal libro per bambini The Night at the museum di Milan Trenc, strizza l’occhio anche ai meno giovani, grazie soprattutto alla partecipazione dei tre arzilli e terribili vecchietti Dick Van Dyke, Mickey Rooney e Bill Cobbs, irresistibili nei loro ruoli e perfettamente oliati come un infallibile ingranaggio.

La vicenda è pervasa da una delicatezza e un garbo di cui si sente la mancanza in altre pellicole. E' un film per famiglie con un piacevole retrogusto disneyano, irrobustito dalla presenza di Dick Van Dyke, che si concede giusto un paio di scivoloni.

 

Posti inquietanti, i musei, lo abbiamo visto in Relic e in molte alter pellicole. New York non si sottrae alla regola, e durante la notte le creature perfettamente immobili che adornano le sale prendono vita grazie alla computer grafica di cui si fa grande uso e che ricorda le dinamiche di Jumanji. Ma anche se gli effetti speciali sono al centro dei riflettori (e sono certamente all’altezza: il cucciolone scheletrico di T-Rex è fantastico) non c’è solo sfoggio di computer grafica. C’è qualcosa di accattivante anche nello scritto, prevedibile certo, ma che non infastidisce e perfetto per passare due ore allegramente.

Stiller è a suo agio nei panni di Larry, un uomo che deve mettere ordine e disciplina nella sua vita, nella quale sembra essere inciampato. Un irriducibile sognatore che non vuole deludere il figlio. E che fa propria una delle frasi celebri di Roosevelt: “fallire è dura, ma peggio ancora è non aver mai provato”. 

 

Un film senza grandi ambizioni, al quale potremmo trovare molti difetti (personaggi storici che parlano americano contemporaneo? Un inizio un po’ lento) ma che si apprezza per il fascino retrò della New York venerabile e istituzionale e per la semplicità e la delicatezza con cui sono trattati i temi legati alla famiglia.