Nella parte bellica “Il Demone” – oltre meta’ del testo – ho pero’ anche scelto di spostare indietro l’orologio del tempo: l’evento dell’assalto al forte Nemeck e’ pura guerra medievale.

L’Oriente e le sue filosofie nella trilogia.

Esistono, ma hanno un ruolo sfumato. Sono ombre sullo sfondo, un riflesso dalla percezione incompleta che ne hanno i personaggi.

Solamente Wulfgar ha risposte, e nemmeno tutte. I “possessori dei simboli” sono costretti a dare loro interpretazioni.

Il destino. Tutti i protagonisti di Magdeburg hanno un appuntamento con il destino. Come lo vede, come lo vive, Altieri, il destino?

Come cio’ che noi stessi costruiamo. O tentiamo di costruire… a patto che la nostra personalita’ non ci venga tra i piedi.

“Sta morendo.”
“Stiamo tutti morendo” (…) “Alcuni prima di altri” è la replica di Wulfgar.
Era un esempio, una citazione dalla Furia.
Il pessimismo nella tua saga?

Questa tua domanda e’ legata a filo doppio al rapporto tra l’uomo e la morte. Nell’ipocrisia di oggi, quanto onnipresente e incombente, la morte viene quasi considerata un incidente di percorso, un evento sgradevole di fronte al quale mettere la testa nella sabbia.

Non cosi’ allora, e non cosi’ nemmeno oggi in larghe parti del pianeta – dall’Iraq a Napoli.

Forse non e’ pessimismo quello che pervade “Magdeburg”. Forse e’ solo l’assenza di illusioni.

Indubbiamente, Magdeburg ha un taglio estremamente cinematografico. Ma nel senso buono del termine, quello dell’impatto visivo, della sintesi dell’immagine, delle tecniche di montaggio tra scene, della cura nella costruzione dei dialoghi, della capacità di scatenare emozioni immediate. Caratteristiche peraltro proprie di tutta la tua narrativa. Il tuo stile costringe a “guardare”, non lascia chiudere gli occhi. Di fronte a nulla.

Scrivo quello che “vedo”. Quindi il mio sforzo e’ farlo vedere anche al lettore, anche se quello che si vede non e’ necessariamente piacevole.

Molto della mia narrativa e’ influenzato dalla mia esperienza quale sceneggiatore di cinema. Benedizione e maledizione al tempo stesso.

A proposito di grande schermo… I tuoi fans dell’ “alanaltieriforumfree” si sono divertiti a fantasticare un po’ sul regista ideale per una ipotetica trasposizione cinematografica di Magdeburg. Facciamolo anche qui, con te. Tu, quale tra quelli di caratura internazionale vedresti più affine a questa tua trilogia?

Ridley Scott, nemmeno a dirlo. Ma anche Ed Zwick non scherza.

Cinema, ma non solo. Per esempio, trovo ci sia anche una punta di teatro, in alcuni dialoghi. E non è certo  un difetto. Magedeburg assume i toni della tragedia. Ne è un esempio il capitolo CXV della Furia (il secondo libro della trilogia), quando Wulfgar è faccia a faccia con Reinhart.

Il capitolo di cui parli E’ la cuspide dell’intera saga di Magdeburg.

E’ il momento in cui le posizioni si definiscono e il “patto faustiano” tra i due personaggi e’ stipulato. Come ogni patto faustiano, tutto divora e tutto distrugge.

In tutta franchezza, nello scriverlo non pensavo né al cinema né al teatro: pensavo solamente a stare con i personaggi nel modo piu’ completo possibile.

Si parla di un futuro prequel, indipendente e autoconclusivo. Si vocifera di Wulfgar nella Terra delle Lacrime.

Una domanda che è la classica “curved ball”, la palla a effetto alla finale del campionato di baseball…

Per rispondere, dobbiamo tornare al “blocco nipponico” di cui accennavo prima. Nel “blocco nipponico” avremmo visto Wulfgar immerso nel mondo del Giappone dello Shogunato Tokugawa.

L’ipotetico “Magdeburg 4/La Via della Spada” – un titolo, una provocazione – spiegherebbe come Wulfgar e’ diventato Wulfgar, da dove arriva la sua spada forgiata in “acciaio di anime morte”, da dove vengono i cinque simboli di metallo nero, che cosa e’ accaduto tra lui e Deveraux. Inoltre…

Oops! Ho detto veramente tutto questo?

Oltre al Demone, in questi giorni è uscita, negli Oscar Mondadori, anche un’antologia AAVV da te curata: ANIME NERE. Racconti noir, horror, thriller, che nel risvolto di copertina vengono definiti come “micidiali esplorazioni del lato oscuro dell’uomo”. Racconti di autori come Valerio Evangelisti, Loriano Macchiavelli, Sandrone Dazieri, Raul Montanari, Stefano Di Marino, Claudia Salvatori, Gianfranco Nerozzi, Nicoletta Vallorani, e tanti altri. Sono sicuro che l’argomento, per quanto OT, interessi anche a molti dei nostri lettori. Vuoi parlarcene?

“Anime Nere” e’ un progetto a mio parere straordinario. La tematica e’ “la crudelta’”. Ogni singolo autore ha risposto nel modo piu’ entusiastico e piu’ imprevedibile.

Posso solo ringraziare tutti loro per avermi permesso di radunare i loro sforzi in un libro che potrebbe fare parecchio discutere.

Inoltre, porebbe addirittura esserci un “Anime Nere 2” nella primavera del 2008.

Dopo Alan D., lasciami una domandina anche per il “Sergio” Altieri consulente per le scelte editoriali della Mondadori edicola. Qualcosa di buono all’orizzonte per gli appassionati della fantasy?

A luglio, Urania “Le Grandi Saghe” riproporra’ in edizione integrale il primo volume de “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” del grandissimo George R.R. Martin.

“Il Gioco del Trono” (A Game of Thrones”) riunisce nel formato originario quelli che erano stati due volumi distinti in edizione Omnibus e Oscar.

Intendiamo porporre anche gli altri volumi della saga in questa medesima veste.

In altro testo valido in arrivo –nel 2008 -- e’ un antologico imperniato sul mitico guerriero Beowulf.

Torniamo a Magdeburg. Torniamo al Demone. Cosa ci racconti di specifico su questo volume conclusivo della trilogia?

Il cerchio si chiude: e’ la resa dei conti. Non solo tra Wulfgar e Reinhardt, ma anche tra Colonna e il Papa, Devearux e Falkenberg, Caleb e il Beccaio.

Il fulcro de “Il Demone” e’ l’intera battaglia e olocausto conclusivo di Magdeburg. Il tutto scandito dalla preghiera del “Dies Irae”.

Eppure, che ci crediate o no, il finale potrebbe non essere del tutto nero…

Siamo in chiusura di intervista, pronti ad avviarci verso l’apocalisse di Magdeburg, in compagnia di Wulfgar e della Legione Nera. Grazie per la bella chiacchierata. Ti lascio la parola per un saluto “eretico” ai lettori di FantasyMagazine.

La mia parola e’ GRAZIE! Per la simpatia, l’ospitalita’ e la stima. Be safe, brothers!