Sirene è il primo romanzo di Laura Pugno, già autrice di Sleepwalking. Tredici racconti visionari (Sironi, 2002), del poemetto Il colore oro (Le Lettere, 2007) e del libro di poesie, scritto con Giulio Mozzi, Tennis (Nuova Editrice Magenta, 2001).

Laura Pugno è una giovane poetessa. I ferri del suo mestiere sono le immagini, anzi le visioni. Il genere di fantastico che frequenta in questo libro, inoltre, è fra i più antichi; un genere che annovera fra i suoi autori dal profeta Isaia a Orwell: il visionario apocalittico.

In un futuro che non sembra troppo lontano il mondo è prevedibilmente giunto alla catastrofe. Nessun filtro ci protegge dal sole. Chi si espone ai suoi raggi, si espone al cancro nero. Gli uomini, dominati dalla Yakuza, oltre che mafia, ormai, unica realtà economica e politica, cercano nuove possibilità di vita nel fondo marino, dove trovano una sorpresa: le sirene.

Le sirene sembrano donne. Di fatto sono delle specie di foche o dugonghi. Sono animali, e di una specie protetta. Il problema è che sono animali sensuali, magnificamente femminili. Se mangiarne le carni è una raffinata perversione, prostituirle una perversione più corriva, appena arricchita da una possibilità suicida nell’atto di accoppiarsi a esse. Le sirene, infatti, quando si accoppiano, alla fine della monta uccidono il maschio. Durante gli amplessi con gli uomini vengono sedate ormonalmente per evitare o ritardare questo rischio. Il giro di prostituzione legato a loro è ampio. Per questo vengono allevate in ben organizzate scuderie.

Fuori dal registro di questa ferrea organizzazione nasce il difficile amore tra una bellissima sirena albina e un allevatore. Amore impossibile che  porterà a un drammatico finale nel quale si intravede, in fondo a un libro nero, una inaspettata speranza.

Se i miti, nell’antichità, potevano soddisfare l’esigenza di immaginare qualcosa sui nostri primordi divini, questo mito rivisitato ci offre uno scorcio sul nostro futuro catastroficamente animale e sintetico.     

Gli antichi dèi, dopo che Jung ha denunciato la loro trasformazione in malattie, stanno cercando di tornare. Forse è stato il capitano Kirk, per primo, in una delle puntate di Star Trek a trovare Apollo esule su uno sperduto pianeta. Un Apollo morente. Perché gli dei, per essere immortali hanno bisogno dell’adorazione degli uomini.  Questa intuizione avrà successo in molti racconti della nostra era post-moderna. In nessuna di queste storie gli antichi numi fanno una buona fine. A decretare la loro totale scomparsa si aggiunge infine la Pugno.

Le sirene non figurano in nessun poema come dèe. Sono figure minori dell’anima. Tentano Odisseo nella forma di donne-uccello. Nella moderna vulgata ittica tentano i sensi e lo spirito maschile di muscolari marinai nordici e avventurosi pirati vichinghi. In molte cronache medievali del tutto “veritiere” troviamo le storie di sirene pescate, portate a rive e convertite al monoteismo e alla buna costumanza di una vita casalinga passata a fare la calzetta. La Pugno tenta una nuova versione della storia. Anzi la rivolta. Le sue sirene sono figure maggiori della bestialità.

Partendo dalla medesima intuizione junghiana, il materiale su cui lavora la Pugno è, del resto, piuttosto insolito e nuovo. Se da un parte, per l’ambientazione, troviamo il postcyberpunk di Neal Stephenson (Snow crash, Shake, 1995, Rizzoli, 2007; Cryptonomicon; Rizzoli, 1999), le sue sirene bestiali e sintetiche sono dichiaratamente ispirate ai manga giapponesi (la Saga della Sirena di Rumiko Takahashi e La stirpe della Sirena di Satoshi Kon). La ricchezza delle fonti, la loro lavorazione particolareggiata, lenta, limata, callimachea, la ricerca linguistica e immaginifica, ha come risultato questo libro il cui delicato, prezioso meccanismo è regolato su saldi principi estetici, sul ritmo che alterna diverse qualità di immagini.

Sirene è un romanzo poetico e visionario, intessuto di gustosi particolari, atmosfere tese e morbose fatte rimare con visioni nitide, paesaggi ampi e luminosi, costellato di piccoli quadri ricchi di suggestioni che ricordano le “scatole” surrealiste del grande artista americano Joseph Cornell. L’eterogeneità di queste influenze tentano, forse, una nuova strada per la letteratura italiana fantastica.

Sirene è un libro da leggere con la calma e sospesa pazienza di un cacciatore di immagini.