“Non c’è inizio né fine, al girare della Ruota del Tempo” scriveva Robert Jordan 18 anni fa. La Ruota del Tempo, così come l’hanno conosciuta milioni di lettori in tutto il mondo, faceva la sua comparsa con L’Occhio del Mondo, primo volume di una saga lunghissima.

Talmente lunga, ben 12 romanzi di notevoli dimensioni – alcuni dei quali superano le 1000 pagine – da sembrare quasi infinita.

Ora, purtroppo, arriva la triste notizia che forse non leggeremo mai la fine. L’accordo fra Harriet Popham Rigney, vedova di Jordan, e lo scrittore Brandon Sanderson, che avrebbe dovuto completare A Memory of Light, è sfumato nel nulla. E al momento sembra che non ci saranno nuovi accordi.

Lo scorso 16 settembre, dopo un anno e mezzo di malattia, il cuore di Jordan smetteva di battere. Un periodo di tempo, quello fra la diagnosi della malattia e il momento della morte, trascorso quasi completamente a scrivere, nel vano tentativo di completare la sua opera.

Per maggior sicurezza lo scrittore di Charleston aveva anche lasciato moltissimi appunti, e diversi nastri registrati che spiegavano nel dettaglio cosa sarebbe dovuto accadere nell’ultimo romanzo.

 

Proprio per soddisfare il desiderio del marito di portare il ciclo alla sua conclusione, Harriet aveva valutato diversi scrittori. Non solo ne aveva analizzato le capacità tecniche ed espressive e la disponibilità di tempo da dedicare al lavoro, ma anche l’interesse che provavano nei confronti de La Ruota del Tempo e la disponibilità a inserirsi su un sentiero già tracciato da un altro.

Infine nel mese di dicembre, dopo i primi contatti privati, era arrivato l’annuncio ufficiale che formalizzava la scelta di Sanderson.

 

Scelta, purtroppo, durata solo pochi mesi. In un breve comunicato stampa Harriet ha fatto sapere che l’accordo fra le parti è venuto meno.

Pur sottolineando la sua completa fiducia riguardo all’abilità narrativa dell’autore di Lincoln, la signora Jordan ha spiegato che sono sorte notevoli divergenze circa l’utilizzo del materiale lasciato dal marito, e sulla sua interpretazione.

Nonostante il fatto che in ogni intervista e in ogni intervento sul proprio blog Brandon non faccia che ripetere che la cosa più importante è la storia, e gli appunti che ha ricevuto per completarla, il giudizio di Harriet su ciò che lui sta progettando di scrivere è completamente diverso.

Sulla base degli ultimi colloqui avuti con lui, e soprattutto su di una prima bozza di lavoro visionata proprio in questi giorni, lei ritiene che il romanzo – così come vorrebbe realizzarlo Sanderson – finirebbe per tradire completamente il progetto di Robert.

 

Questo è proprio ciò che Harriet non vorrebbe pubblicare: un tradimento. Jordan voleva terminare la storia, e consentire a tutti i suoi fan di vivere fino alla fine le avventure di quei personaggi nati tanti anni fa dalla sua fantasia, ma aveva un mente una conclusione ben precisa.

E piuttosto che donare ai lettori qualcosa di diverso, che potrebbe in qualche modo rovinare ciò che è stato costruito in ben undici volumi, lei preferisce non pubblicare nulla.

A meno che non cambi idea e non si affidi a qualche altro scrittore, per il momento la signora Jordan ha deciso di riporre i fogli nel cassetto, e di chiuderlo per bene a chiave.

Mentre si attendono sulla vicenda commenti da parte di Sanderson la speranza è che Harriet ci ripensi, e che riesca a trovare la persona adatta per terminare A Memory of Light.

Nota della redazione: Come la data di pubblicazione può suggerire, la notizia soprariportata e frutto di pura invenzione e stilata allo scopo di farvi sorridere nella giornata dedicata agli scherzi. Speriamo di avervi portato un po' di buonumore