Dopo un anno e mezzo di riflessioni la rete americana HBO ha deciso di acquistare i diritti di produzione del romanzo di George R.R. Martin A Game of Thrones.

Ricordiamo che l’opera, primo capitolo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, in Italia è stata suddivisa in due volumi intitolati Il trono di spade e Il grande inverno.

La HBO (Home Box Office) è il principale canale via cavo americano, appartenente al gruppo Time Warner, e raggiunge quasi quaranta milioni di abbonati. La HBO produce tra l'altro la serie televisiva True Blood, tratta dai romanzi di Charlaine Harris editi in Italia da Delos Books.

Un primo segno dell’interessamento del canale per la saga di Martin c’era stato nel gennaio del 2007, quando il romanzo era stato opzionato per un adattamento televisivo.

Anche se si tratta di un segnale positivo, segno che il progetto è ancora ben vivo nelle menti di chi lo dovrebbe sviluppare, è lo stesso Martin a mettere le mani avanti per frenare gli entusiasmi ricordando che ancora non è stata presa nessuna decisione definitiva.

La procedura normale prevede che qualche tempo dopo aver ottenuto un’opzione la casa di produzione possa scegliere se lasciarla cadere, rinnovarla o esercitarla e acquistare i diritti. Questo è ciò che è appena avvenuto, ma è doveroso ricordare che spesso non si va oltre questo secondo passo.

Al momento, racconta Martin, non è ancora stato stanziato un budget, e si stanno facendo ricerche sulle possibili location, in particolare in Spagna e nella Repubblica Ceca.

La produzione esecutiva è stata affidata a David Benioff (Troy e Il cacciatore di aquiloni) e D.B. Weiss.

Quanto allo stesso Martin, già collaboratore di importanti serie televisive come Ai confini della realtà e La Bella e la Bestia, dovrebbe partecipare alla produzione e scrivere la sceneggiatura di almeno un episodio.

Se la serie dovesse avere successo potrebbe essere realizzata una seconda stagione, destinata a coprire gli eventi del romanzo A Clash of Kings (Il regno dei lupi e La regina dei draghi).

Come dice Martin, teniamo le dita incrociate.