Torna Mare di Libri, l'unico festival letterario pensato per gli adolescenti, quella categoria strana che, tanti dicono, è disinteressata ai libri e alla lettura. Non sembra, guardando i numeri del festival. Anche in questa sesta edizione il centro storico riminese si popolerà di circa un centinaio di giovanissimi volontari a cui spetta organizzare incontri, gestire ospiti, organizzare interviste e contatti con le scolaresche. 

I temi degli incontri spaziano dal noir al fantastico, dalla cronaca al sociale. Per nominarne solo alcuni: "Il corpo delle ragazze", con Michela Murgia, parlerà dell'immagine femminile che ci viene proposta (imposta?) dai media; Lia Celi racconterà I Fiori del Male di Baudelaire portandoci in un viaggio nell'inferno privato del poeta maledetto; Deborah Ellis e Toni Capuozzo, inviato speciale in Afghanistan, parleranno della ricerca di libertà personale in zone di guerra, mentre Sergio Pistoi e Patrizio Roversi parleranno di genetica e social media. Chiuderà il festival Fabio di Luigi che leggerà brani di Alta fedeltà di Nick Hornby, romanzo che forse più di ogni altro è riuscito a raccontare la vita a tempo di musica. 

Gli appuntamenti dedicati al fantastico sono "C'era una volta il fantasy", con Luca Centi e la sottoscritta impegnati in una chiacchierata con i ragazzi per raccontare tutte le forme in cui editoria, cinema e serie tv stanno reinterpretando le fiabe tradizionali (Da Cappuccetto Rosso Sangue a Grimm a C'era una volta, per esempio). 

Lo stesso giorno si svolgerà Hunger Games, il gioco basato sull'omonima trilogia di Suzanne Collins: Dal sito ufficiale: "Sono poche ma fondamentali le caratteristiche che dovrete avere per sperare di vincere: coraggio, spirito di sacrificio, istinto di sopravvivenza... e una perfetta conoscenza della trilogia di Suzanne Collins! Solo chi dimostrerà una preparazione ineccepibile di Hunger Games potrà accedere all’arena. E da quel momento in poi, si gioca sul serio."

Non solo incontri con autori ma anche giochi, spettacoli teatrali, attività e laboratori di gruppo per tre giorni rubati al quotidiano che arricchiscono mente e cuore. Una considerazione personale: questo tipo di eventi sono più che belli, sono necessari in un paese in cui - secondo i dati ISTAT del 2012 - una famiglia su dieci (10,2%) non possiede alcun libro in casa. Perché la cultura si vive e si fa quotidianamente, con gli amici, in gruppo, in allegria. Non è polverosa, severa o separata dalla realtà di tutti i giorni, ma ci accompagna nel quotidiano. Permettere ai ragazzi di scoprirlo significa consegnare loro una risorsa che gli accompagnerà nella vita.