David Lloyd è conosciuto al grande pubblico per essere il coautore di V for Vendetta, la miniserie, poi raccolta in volume, su testi di Alan Moore.

Ho scritto e ripetuto spesso coautore e non puro e semplice disegnatore nelle mie recensioni fumettistiche. Questo perché sono convinto che la peculiarità della narrazione, misto di immagini e testo, renda equamente responsabili del prodotto finale tutte le parti che ci hanno lavorato. Per quanto dettagliate e precise possano essere le sceneggiature, dalla matite e dalla chine poi scaturiscono immagini che lo completano. 

L'altro elemento fondamentale della narrazione fumettistica è la sequenzialità di queste immagini. La singola immagina da sola racconta un pezzo di storia, ed è solo leggendo di seguito tali immagini che la storia assume il suo senso.

Sia d'autore che seriale, il vero fumetto è quindi la somma di tre flussi narrativi: testo, disegni e somma dei due.

Lloyd è un fumettaro vero, che in questa antologia ci presenta sia storie concepite per il fumetto, che adattamento di racconti in forma fumettistica, cosa diversa dal racconto illustrato.

Il volume è stato concepito in esclusiva per Nicola Pesce Editore e non è solo una raccolta di storie, ma il racconto di una carriera che diventa anche il racconto di un epoca. Un pezzo di storia dell'arte sequenziale.

Nella presentazione di ciascuna storia infatti Lloyd ne racconta non solo la genesi, la scintilla che ha portato alla creazione, ma descrive come la storia si rapporti al suo momento personale, umano e artistico, e in alcuni casi, al momento storico generale.

Il titolo dell'antologia introduce al filo conduttore tematico, che ha determinato la scelta delle storie, tutte stampate in bianco e nero, o in grigio, anche quando concepite a colori. Sono storie inquietanti, del mistero o dell'orrore, o che esplorano cupi recessi dell'animo umano, raccontando non solo paure ancestrali, ma anche efferati delitti.

Lloyd li racconta con molte tecniche diverse, che hanno in comune il rispetto per la proporzione della figura umana e delle stupende posture per le mani.

La tavola è nella maggior parte delle volte interpretata in modo libero, con un veloci primi e primissimi piani, intervallati da dettagli fulminanti, e spaziose vignette d'insieme. 

È così ne L'Arpia, storia vampirica dove queste alternanze costruiscono anche la scansione temporale della storia, dilatando l'azione per fare vivere l'eterna notte di dilemma del protagonista, posto davanti a una questione più che vitale. 

Una vitale struttura grafica ha pure L'ora del Diavolo, un classico racconto di patto diabolico. 

L'uomo nella nebbia, su soggetto di Robert J. Curran, ha dei grigi molto evocativi, delicati tratteggi e una tavola dinamica, ma la storia è abbastanza prevedibile.

Diario di un viaggiatore spaziale ha una storia più che prevedibile, ma riesce a essere coinvolgente per lo stretto rapporto con la musica. Ne risulta, ocn un po' di immedesimazione, una lettura immersiva, durante la quale la percezione della musica diventa reale.

Ricordando Renée è una gelida ghost story, su testi di Stephen R. Bissette, nella quale la rigida struttura della tavola e i netti chiaroscuri immedesimano nella cecità del protagonista. Come nelle migliori storie del genere, c'è tanto di evocato e ben poco di svelato, ma il risultato è efficace.

Mano è una storia di una tavola, con una gabbia regolare di nove vignette. Una vita concentrata in nove gesti, nove posture di estrema significatività. Una delle migliori della raccolta.

Pur se graficamente ben esposto, con tratteggi e toni di grigio efficaci, La grande morte, scritto da Peter Milligan, appare irrisolto, oscillando tra l'onirico e il fantastico, senza che sia chiara la direzione intrapresa.

L'altra casa, adattamento di un racconto di Ramsey Campbell è un'altra punta di diamante del volume. Non solo per l'ottimo lavoro grafico, ma per la capacità di rendere tutto l'angoscia di un mondo apparentemente "normale" visto improvvisamente dietro la lente deformante dell'orrore.

Uno dei capolavori del volume è il giallo a congegno Impressione duratura, scritto insieme a Siobhan Dodds. Un giallo a congegno dalla sceneggiatura perfetta, dal finale geniale, narrato con una tavola regolare e ordinata.

Carino, ma nulla di più, Internet. Un racconto urban fantasy nel senso più stretto del termine. Anche i vampiri visitano i social network per attirare le proprie vittime, attenzione! La regolarità del tratto grafico e della tavola lo fa assomigliare a una clip televisiva. Uno spot contro i pericoli della rete.

Chiude benissimo la raccolata La città dei fantasmi, dove la solare Los Angeles è lo sfondo di una ironica ghost story dai risvolti imprevedibili. La qualità dello story telling è ad alto livello. Peccato che la pubblicazione in toni di grigio faccia perdere l'intento narrativo originale, che era quello di creare un forte contrasto tra la solarità di LA e la cupezza della storia di fantasmi. Ma il racconto è comunque valido.

In conclusione è un volume da leggere, sia per godere di un vero e proprio vademecum della narrazione fumettistica, sia per fruire di buone storie.

Da avere, leggere, rileggere e studiare.