Sembra proprio che lo scrittore Salman Rushdie faccia un punto d'onore nell'andare a rimestare argomenti non graditi ai fondamentalisti.

Dopo la tragica esperienza dei Versetti Satanici, che gli ha portato sul collo una fatwa per colpa della quale vive da vent'anni sotto scorta, lo scrittore torna adesso alla ribalta con un commento che non mancherà di provocare la sdegnata reazione di un altro tipo di 'fondamentalismo', quello potteriano. E benché questo sia, per fortuna, del tutto innocuo, di certo non sarà meno impietoso. Moltissimi fan di Harry Potter, infatti, hanno più volte dimostrato di non saper tollerare la minima critica all'opera o alla sua ideatrice e c'è da giurare che la polemica imperverserà per un bel po'.

Ma veniamo al cuore del 'fattaccio': durante la promozione del suo nuovo romanzo, l'autore angloindiano ha  dichiarato che J.K. Rowling abbisogna di serio editing. Riferendosi ai libri di Harry Potter, Rushdie ha detto: “Li ho letti tutti, che Dio mi aiuti. Ho dovuto perché mio figlio sta crescendo e questo è ciò a cui era interessato".  Rushdie ha precisato quindi che ci sono passaggi che normalmente gli editori taglierebbero, ma che la cosa non è avvenuta perché nessuno oserebbe mai sfidare la "gallina dalle uova d'oro". "Per esempio, una sezione noiosa inizia con Harry che dice "che dovremmo fare?" e poi Ron fa  "Non so, chiediamo a Hermione", dopodiché Hermione esclama "Non so" e si rivolge di nuovo ad Harry, continuando la conversazione un po' troppo a lungo".

Al di là degli esempi concreti,  se si guarda con occhio non partigiano alla saga, è in effetti condivisibile l'opinione secondo cui, specialmente l'Ordine della Fenice e I Doni della Morte, beneficerebbero di una buona asciugata, che andrebbe a ottimizzare il ritmo e anche la coerenza interna degli stessi. Tuttavia è anche vero che il libro perfetto non esiste e la stessa Rowling, più di una volta, ha dichiarato che ci sono molte parti che riscriverebbe volentieri.

Rushdie ha però riconosciuto anche i giusti meriti alla scrittrice britannica: la grande fantasia in primis, che gli ha fatto particolarmente apprezzare le trovate del Pensatoio e dello Specchio dei Desideri; inoltre il fatto di aver spinto i giovanissimi a intraprendere la lettura di volumi lunghi centinaia e centinaia di pagine.