Una recente collezione di saggi sulla spiritualità popolare odierna, a firma delle studiose australiane Lynne Hume e Kathleen McPhillips, riaccende una vecchia polemica.

Secondo la fonte che ha riportato la notizia, le autrici del saggio - intitolato Popular Spiritualities: The Politics of Contemporary Enchantment - sosterrebbero infatti che la letteratura fantastica, il fumetto e la mitologia medioevale sono arrivati a rimpiazzare, a livello di influenza sulle credenze spirituali della gente, le fonti religiose.

Secondo quanto affermerebbe il libro, i neopagani avrebbero tratto ispirazioni dal Mondo Disco di Terry Pratchett, mentre il fascino della misteriosa Forza che permea il mondo di Guerre Stellari eserciterebbe molta presa sulla generazione maschile dei giovani adulti odierni.

Persino giochi di ruolo Ravenloft e Dungeons fungerebbero da modelli comportamentali esportabili nella vita quotidiana, mentre autori come Bram Stoker e Anne Rice avrebbero la pesante responsabilità morale di aver indotto molti individui a credersi degli autentici vampiri, oltre che a fondare gruppi pseudomistici e dediti all'occulto.

Tutti bambinoni, dunque, questi adulti? Tutti incapaci di distinguere tra realtà e fiction? O semplicemente bisognosi di una maggior apertura verso la fantasia, da troppo tempo esiliata da un'eccessiva domanda di razionalità? Il desiderio di vivere un pizzico di fantastico anche nel proprio quotidiano - per esempio attraverso giochi di ruolo trapiantati nel 'mondo reale', attraverso convention tematiche o attraverso esperienze aggregative ed educative come i campus estivi ispirati alla scuola del maghetto Harry Potter - deve essere sempre, per forza, automaticamente indice di dissociazione mentale, di sintomo schizofrenico quando non addirittura di corruzione spirituale? Finché non ci si prende troppo sul serio pensiamo proprio di no: questo bisogno di evasione non è la necessaria anticamera per la fondazione di chissà quali sette... Le 'società occulte' sono sempre esistite, per ben altre ragioni, senza bisogno di essere giustificate dalle fonti letterarie o cinematografiche e tutto questo dare addosso alla produzione fantastica francamente ci sembra indice di una cosa sola: paranoia che deve per forza trovare un capro espiatorio.

Peccato che, in questo caso, si tratti di quello sbagliato.