La citazione, legata alla fine della vita di Hemingway, “spero di non morire mai” non è tanto una dichiarazione di voler sopravvivere in eterno, ma di voler scrivere bene e sinceramente per l’eternità. Quando Hemingway si rende conto che questo non è possibile (per la malattia e le cure di elettroshock che compromettono irrimediabilmente la sua memoria) si toglie la vita… Almeno a me piace interpretarla in questo modo.

Allora, quali sono i tuoi autori, o i tuoi libri, preferiti? Internazionali e nazionali. In particolare, visto che siamo su FM, è “d’obbligo”; ) citare il tuo autore di fantasy preferito. Più d’uno, se preferisci

Se cito i miei libri/autori preferiti non finiamo più. Ho la tendenza a “innamorarmi” di ogni libro che mi smuove dentro, che mi da qualcosa su cui riflettere, ridere, commuovermi, arrabbiarmi. Per dirne uno su tutti: Hermann Hesse, credo di aver letto Narciso e Boccadoro una trentina di volte, e non ho intenzione di fermarmi. Andando sul Fantasy J.R.R. Tolkien (il Silmarillion su tutti), R.R. Martin e (anche se la definizione di fantasy potrebbe stargli stretta) Valerio Evangelisti con la saga di Eymerich.

In questo momento, quali libri hai sul comodino?

In lettura Le due Città di Soldati, a seguire Il tamburo di latta di Grass e La Compagnia della Morte di un certo Franco Forte

Si diceva in apertura che come scrittore hai lavorato su vari generi: vuoi per esempio dirci qualcosa su Setta bugiarda?

E’ un libro che ho scritto dopo un anno e mezzo di ricerche sulle tecniche coercitive delle sette. Ho intervistato (praticamente tutti vie email) numerosi exmembri e membri dei gru

ppi religiosi e pseudoreligiosi, di cui ho trovato traccia. Ho partecipato a forum e dibattiti sull’argomento, consultando anche libri di psicologi dediti al reinserimento sociale di chi usciva da un’esperienza di questo tipo. Dopo di che, ho costruito una setta pseudoreligiosa di fantasia, raccontando l’adescamento di una ragazza e le dinamiche per tenerla invischiata nel gruppo, come realmente vengono perpetrate. Ho cercata di mettere su carta l’inesorabile discesa nell’abisso psicologico che trascina queste persone.

Nella dimensione del racconto, come ti trovi?

Credo sia un po’ più difficile del romanzo. Devi avere una buona idea e giocartela bene, senza sprecare troppe parole, ma dando la giusta atmosfera. Ho scritto parecchi racconti e qualcuno l’ho pure pubblicato… lascio il giudizio ai lettori. In ogni caso ci sono idee/intenzioni adatte al racconto e altre adatte al romanzo.

Oltre alla serie di Crocicchio, hai altri progetti fantasy? Per esempio: fonderai le tue passioni, per proporci un bel “oriental fantasy”?

Per il momento Crocicchio mi ha totalmente assorbito. All’oriental fantasy un pensierino ce l’ho fatto, soprattutto dopo l’ottima prova di Yon Kasarai (Alberto Cola ndr.) in Kami. Vedremo, non poniamo limiti alla provvidenza…

E la saga di Nhan Bu? Continuerà? Avremo un Nhan Bu ragazzo, che acquisirà la conoscenza delle arti marziali che sognava, ma che dovrà anche affrontare gli orrori delle guerre o gli intrighi dei palazzi?

Certo, ed anche a breve. A maggio uscirà Nhan Bu, il cuore della giovane tigre ambientato durante la seconda invasione mongola. Poi ci sarà quello sulla terza, che culminerà in una battaglia storica realmente accaduta nel delta del fiume rosso. Più in la non mi spingo, ma vale ciò che ho detto prima sulla provvidenza…

Bene, Umberto. Per questa volta è tutto. In attesa della prossima occasione, ti abbraccio. Lascio a te la parola per un saluto finale.

Il mio saluto va a tutti i lettori che hanno avuto la pazienza di seguirci fin qui. Un grande ringraziamento a Fabio e alla redazione di FM.