Hai qualche modello come traduttore? Ci sono maestri in quest’arte tanto delicata che senti ti abbiano influenzato?
Il profumo, di Patrick Süskind
Il profumo, di Patrick Süskind

Certo che ce ne sono, di traduttori italiani bravissimi! Veri e propri maestri, sebbene i miei preferiti abbiano spesso una certa età: credo che questo sia dovuto soprattutto a una maggior esperienza, ma anche al fatto che anni fa, quando loro si sono formati, nelle case editrici si faceva più “lavoro di bottega”, si dedicava più tempo, più cura a una traduzione. E poi forse le nuove generazioni rischiano di dimenticare che lingua ricca sia l’italiano, magari anche per colpa della TV… Comunque il primo modello di traduttore che mi viene in mente è Francesco Durante, che ha tradotto quasi tutto John Fante in maniera magistrale.

Un libro che ti piacerebbe aver tradotto è…

Forse proprio Lolita, anche se non credo proprio che sarei riuscita a eguagliare la  meravigliosa versione italiana di Adelphi, nella ormai classica traduzione di Giulia Arborio Mella.

Per concludere, vuoi darci un consiglio di lettura?

Me ne chiedete uno solo, meglio così, altrimenti dovrei citarne troppi… Esiste un libro bellissimo, tradotto divinamente, che piace a tutti, ma proprio a tutti, l’ho sperimentato di persona: l’ho prestato a persone che non leggevano mai libri, o non ne leggevano più, e anche a lettori forti, e tutti ne sono rimasti affascinati, lo hanno “divorato”: è Il profumo, di Patrick Süskind. (Che contiene tra l’altro almeno un elemento fantasy: l’olfatto sovrannaturale del protagonista). In seguito ho scoperto che lo consiglia anche Daniel Pennac nel suo libro sulla lettura, Come un romanzo. Se non lo avete ancora letto, fatelo: vi assicuro che vi sorprenderà! E fate sapere se vi è piaciuto!