Con molta sincerità, la tentazione di non scrivere questa recensione era forte.

Parlare male di Heroes ormai è come sparare su una parete di croci rosse.

L'inizio della quarta serie non sarebbe privo di spunti e di opportunità.

Claire Bennet va al college, cercando di vivere una vita normale. Ovviamente non sarà così facile per lei. E in questa ambientazione entrano in scena nuovi personaggi, come la collega di college Gretchen (Madeline Zima).

Peter Petrelli torna al suo lavoro di infermiere, cercando però di sfruttare i suoi poteri durante la sua attività.

Hiro Nakamura e Ando fondano una agenzia di supereroi a pagamento, ma i problemi di salute di Hiro complicano le cose.

Matt Parkman vorrebbe tornare ad essere un normale poliziotto, ma c'è qualcosa che non va nella sua mente. E' forse una conseguenza dell'"operazione" con la quale ha plagiato la mente di Sylar, convincendo quest'ultimo di essere Nathan Petrelli? D'altra parte Angela Petrelli sta cominciando a notare segni d'instabilità nella psiche del "figlio".

Non mancano Noah Bennet, Danko e un personaggio dato per morto, che torna, pur se in liquide spoglie, vivo e vegeto.

A tutto questo si aggiunge un nuovo gruppo di superumani, artisti da circo, freaks, che sembrano votati al male, anche se in modo tormentato.

Non sembrano quindi mancare gli spunti per un ciclo di 19 episodi; tanti infatti ne sono previsti in questa stagione che, diversamente da quanto accaduto con la terza, si articolerà in un solo  "volume", il numero 5, intitolato Redemption.

Ma quello che manca a questi due episodi è il senso del ritmo che ha caratterizzato la prima stagione, e che sembra ormai perduto.

Abbiamo concesso molte volte a Tim Kring il beneficio del dubbio. Ci eravamo in fondo affezionati a questi problematici personaggi, che sembravano essere degni eredi dei "supereroi con superproblemi" di Stan Lee. Probabilmente i fan più accaniti seguiranno la serie per inerzia, ma senza quello spirito che li portava a consigliarla ai propri amici, semplicemente con la motivazione di voler vedere come la storia andrà a finire, giusto per amore di completezza, sperando che l'agonia termini presto.

Infatti il timore che la serie non arrivi al traguardo previsto c'è, e non solo per le notizie che arrivano dagli States sugli scarsi risultati d'ascolto (/notizie/10971).

Sono i nostri sonori sbadigli ad annunciarci che ci vorrà un taumaturgo per salvare i nostri eroi stavolta.

E forse, se ne parlo ancora, è proprio per questa speranza.