Lo scrittore texano di storie pulp degli anni ’30 Robert E. Howard, prima di morire suicida all’età di soli trenta anni, ci ha lasciato una quantità smisurata di racconti, romanzi e personaggi entrati ormai nell’immaginario collettivo. Tra questi sicuramente il più famoso è il personaggio di Conan il barbaro, la cui trasposizione cinematografica con un giovanissimo Schwarzenegger è entrata nella storia del cinema. Ma pochi sanno che uno dei suoi personaggi più amati dai fan del genere non è un barbaro dell’inizio dei tempi ma Solomon Kane, uno spadaccino puritano inglese del sedicesimo secolo. Le storie che lo vedevano protagonsita apparvero in puntate sulle pagine del più famoso pulp-magazine dell’epoca, Weird Tales. Un periodico che raccoglieva le storie dei più grandi scrittori di fantascienza e fantasy di tutti i tempi come Lovecraft, Clark Ashton Smith e Robert Bloch.

Per alcuni anni (fin dal 2001) si è parlato di una trasposizione cinematografica dei racconti di Solomon Kane, ma tra annunci più o meno roboanti non se ne è fatto più nulla. Solo la passione del regista britannico Michael J. Bassett è riuscita a portare l'eroe howardiano sul grande schermo nel 2010.

La storia in breve parla del mercenario inglese Solomon Kane (interpretato dall’inglese James Purefoy) che nel bel mezzo di una battaglia sulla costa del Nord Africa del sedicesimo secolo incontra un demone in persona. Il demone reclama la sua anima ma Kane si rifiuta e riesce fortunatamente a scappare. Tornato in patria si rinchiude in un monastero, si converte al puritanesimo e conduce una vita pacifica facendo voto di opporsi alla violenza. Ma il destino ha in serbo per Kane un futuro diverso da quello monastico. Nelle terre del sud dell’Inghilterra i seguaci di uno stregone stanno mettendo a ferro e fuoco i villaggi e mettono a repentaglio la vita delle persone che stanno più a cuore a Kane.

Per i non appassionati, trattasi di un film in tipico stile sword and sorcery (spada e incantesimi) ma che si discosta nettamente rispetto ad altri cicli classici come Conan o Kull per l’ambientazione seicentesca e la storia spirituale travagliata del protagonista. Solomon Kane come struttura narrativa arriva direttamente dagli anni ’80, un decennio che fu la culla del genere sword and sorcery poi scomparso senza lasciare traccia. Ma l’appartenenza al genere non deve trarre in inganno, perché il film pur strizzando l’occhio a quegli anni e a quell’audience cresciuto con Conan, è scevro di quell’ingenuità e innocenza tipica di quegli anni. E' altresì un film sword and sorcery maturo e che sicuramente farà da apristrada al remake di Conan in programma per i prossimi anni.

Venendo alle qualità e alle pecche, Solomon Kane è un film che eccelle notevolmente nelle scene d’azione e ci sono alcuni momenti drammatici che rimarranno sicuramente nella storia del genere. Ma i problemi vengono dalla sceneggiatura e da alcune scelte di narrazione non proprio azzeccate. Solomon Kane soffre per la lunghezza della prima parte, perché altro non è che un film sulle origini di Kane. E nell’idea del regista si tratta del primo film di una trilogia, anche se gli scarsi incassi potrebbero far ripensare i produttori. Ci sono degli evidenti errori di taglio come se il film fosse stato tagliato in più parti e il finale è stato girato di corsa, senza il pathos che meritava, forse per il budget arrivato agli sgoccioli. In definitiva il film promette più di quello che viene effettivamente dato: insomma parliamo di una occasione sprecata anche se si deve dare atto che con un budget così ridotto il film continua ad essere di buona qualità.

Solomon Kane sta in piedi grazie alla eccezionale interpretazione di Purefoy, un attore perfetto che ha saputo rendere al meglio un personaggio complesso come quello di Kane. Tutto il cast è veramente ottimo (due brevi camei di Max Von Sydow e un grande Pete Postlethwaite; ve lo ricordate ne I soliti sospetti, in Braveheart e Alien 3?) e sembra dare il 100% delle proprie capacità. Un applauso va anche alla notevole pazienza nel recitare ininterrotamente sotto la pioggia, la neve e il fango (è sicuramente uno dei film più “fangosi” della storia del cinema). Le ambientazioni sono da mozzare il fiato e un’atmosfera molto dark pervade l’intero film quasi interamente girato tra i boschi e i castelli della Repubblica Ceca.

In conclusione, come al solito bisogna giudicare un’opera cinematografica anche in prospettiva del budget, degli intenti del regista e di mille altri fattori. Certo è un peccato non poter dare il massimo dei voti a Solomon Kane considerato anche il potenziale enorme del personaggio, ma il giudizio complessivo è comunque positivo e si spera che le critiche costruttive possano servire per il futuro della trilogia. Consigliatissimo ai fan del personaggio e del genere ma per gli altri potrebbero risultare non eccelso.