La Guida Galattica per Autostoppisti di Douglas Adams è un fenomeno che va oltre la dimensione letteraria. Concepite per la radio, le storie di Arthur Dent, Ford Prefect, Tricia McMillan e Zaphod Beeblebrox sono state raccontate in cinque volumi, ma anche in videogiochi, telefilm e al cinema.

La cultura popolare inglese è stata permeata dai volumi e dalla varie incarnazioni. Basti dire che il 25 maggio di ogni anno milioni di persone festeggiano il "towel day", ossia il giorno dell'asciugamano, ricorrenza nata come ricordo commosso della morte prematura dello scrittore, durante la quale è d'obbligo portarsi appresso, e in modo visibile, un asciugamano, come fanno i bravi autostoppisti galattici.

Se poi sapete che il numero 42 è la risposta alla domanda fondamentale sulla vita l'universo e tutto quanto, non devo dirvi altro.

Difficile riassumere tutto il mondo adamsiano in poche righe. Di fonti in rete ne trovate a bizzeffe. La fonte primaria che consiglio è la lettura dei romanzi della Guida, tutti disponibili nella piccola biblioteca Oscar, ristampati più volte come i migliori long seller. Se poi volete provare la lettura in originale, non ve ne pentirete. Non è facilissima, ma può dare molta soddisfazione senza togliere nulla a Laura Serra, la traduttrice italiana degli stessi.

Douglas Adams è morto nel 2001, a meno di cinquant'anni. Ha lasciato parecchio materiale su progetti mai terminati, tra i quali un terzo romanzo di un altro ciclo, quello dell'investigatore olistico Dirk Gently (due romanzi di cui solo uno edito in italia). Nel volume Il salmone del dubbio è stato pubblicato parecchio materiale trovato nell'hard disk dello scrittore. Una operazione dal sapore un po' necrofilo se me lo consentite, alla quale noi lettori abbiamo però partecipato con entusiasmo, tanta era la nostalgia e la fame di storie scritte da Adams.

Ed è forse per nutrire questa fame, male che affligge tutti i fan di una saga molto amata, che qualche tempo fa gli eredi di Adams hanno dato incarico a Eoin Colfer, scrittore irlandese dei romanzi fantastici per ragazzi di Artemis Fowl, di riprendere le fila della "Guida", continuando la serie.

La notizia non poteva che suscitare reazioni di vario segno. Dal negativo dei puristi, che mai riterrebbero all'altezza del compito un altro scrittore, da quelle neutre di chi attende solo di leggere prima di giudicare, da quelle entusiastiche di chi in ogni caso vuole continuare a leggere le storie dei propri personaggi preferiti.

Probabilmente che i personaggi possano sopravvivere al loro autore è un buon segno. Significa che sono parte della cultura popolare, e non sono destinati a uscirne. E per i gli eredi degli scrittori originali sono l'occasione per fare un sacco di soldi. Per gli scrittori incaricati della prosecuzione simili operazioni sono però un arma a doppio taglio. C'è da affrontare l'inevitabile confronto, a pochissima distanza di tempo, con lo scrittore originale. Ma sono pur sempre bei soldi che entrano.

Ecco, alla fine la sostanza dell'operazione è tutta qui. E lo dico non partendo da una visione prevenuta del romanzo, ma dalla sua lettura.

Parliamoci chiaramente, siamo di fronte a un godibile prodotto. Dopo qualche anno da Praticamente Innocuo ritroviamo Arthur Dent, Ford Prefect, Trillian e Beeblebrox in uno stato diverso dal quello in cui li avevamo lasciati. Beeblebrox per esempio ha una sola testa. Random Dent, la figlia della provetta di Trllian e Arthur è cresciuta. Tornano i Vogon, ossessionati come sempre dalla loro burocrazie, nel nome della quale danno la caccia agli ultimi umani rimasti nella galassia. A rafforzare il carico troveremo l'alieno immortale Wowbagger e persino gli dei di Asgard, tra i quali non poteva mancare una versione cialtronesca, ma non per questo senza poteri divini di Thor. Cosa poi c'entri il culto del formaggio praticato nel pianeta Nano, dove si sono rifugiati tutti gli ultimi essere umani, ve lo lascio scoprire da soli.

Potrebbe essere tutto un bel miscuglio, e potrebbe anche essere divertente. E in effetti non mancano parti che si fanno leggere senza noia. Onnipresente e insopportabile anche la Guida ovviamente, nella sua versione Mark II. Didascalici e molto spesso noiosi sono proprio gli inserti, che arrivano a diventare irritanti per quanto alla fine siano inutili.

Insomma se non si fosse chiamato "Sesta parte di tre della Guida Galattica per autostoppisti", se i personaggi non avessero i nomi dei personaggi della Guida, parleremmo di un discreto e divertente romanzo "alla Adams", di una fantascienza che cerca anche di essere divertente. Ma così siamo poco sopra il livello della fan fiction, dell'opera dello scrittore appassionato che, desideroso di leggere avventure dei suoi beniamini, le scrive a uso e consumo dei soci del fan club.

Se siamo sopra questo livello amatoriale, che però non manca talvolta di riservare sorprese positive, è per il mestiere dell'autore, che è persona capace di condurre una trama dall'inizio alla fine senza sbavature e senza fili narrativi pendenti, costruendo il prodotto con la professionalità del consulente.

Probabilmente dopo questo esordio, salutato da un buon riscontro di vendita, a Colfer verrà data l'occasione di fare dei personaggi e dell'ambientazione una cosa propria. E' l'unico consiglio che mi sento di dargli, che si stacchi al più presto dalla venerazione per il maestro e provi la sua strada. Chissà che al prossimo tentativo non gli vada meglio.