Non si conoscono i particolari, non si sa perché, ma lo spietato Joker è stato rilasciato dal manicomio Arkham. Finalmente libero, ha intenzione di riprendere a spadroneggiare su Gotham City, nel frattempo tenuta sotto scacco da altri - famosi- criminali.

Il rilascio del Joker è lo scoop del momento. La notizia è nell'aria e si diffonde come una "malattia": questa la descrizione dell'accaduto secondo Jonny Frost, voce narrante e co-protagonista della storia, un giovane criminale che tenta di emergere sfruttando la nomea del folle Joker.

La sceneggiatura è firmata da Brian Azzarello, il pluripremiato autore di 100 Bullets, inserito dalla rivista Wizard nella top-ten dei migliori scrittori di fumetti. Chiaramente ispirato al personaggio reso famoso dall'interpretazione di Heath Ledger ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan (con l'unica differenza nell'uso di armi da fuoco anziché lame e lamette), il Joker di quest'ultimo spin-off mostra, nella sua buona caratterizzazione psicologica, la veste grafica nata dall'arte creativa del disegnatore Lee Bermejo (Batman, fuoco incrociato e Lex Luthor: Man of Steel).

Tavole accattivanti, inquadrature pulp e colori - di Mick Gray - che conferiscono alle vignette e alle splash page un'atmosfera disturbante e grottesca in linea con la psiche labile del Joker. I dialoghi graffianti fanno il resto; il risultato è un buon mix tra grafica e testi, che rende l'opera degna di essere accostata alla memorabile graphic novel di Alan Moore (per i disegni di Brian Bollan), uscita del 1988 col titolo di The Killing Joke.

La riproposizione di Azzarello è di ottima caratura. Il Joker ritorna e spadroneggia su Gotham City a modo suo, ma allo scrittore statunitense manca quel quid in più per il salto di qualità, il guizzo giusto che, via via che si procede nella lettura, il lettore si aspetta da un momento all'altro. Fin troppo lineare, Joker non presenta colpi di scena eclatanti, neanche nel finale - chiusura di un ottimo progetto, che avrebbe meritato un epilogo più sorprendente.