Mentre i fratelli maggiori Peter (William Moseley) e Susan (Anna Popplewell) sono in America, Edmund (Skandar Keynes) e Lucy (Georgie Henley) Pevensie sono in Inghilterra ospiti a casa del cugino Eustace Scrubb (Will Poulter). La guerra è ancora in corso, ma sono ben altre le battaglie che attendono i due fratelli Pevensie e il cugino Eustace: quando dell'acqua inizia a sgorgare misteriosamente da un quadro appeso in casa di Eustace, i tre ragazzi si trovano catapultati a Narnia, a bordo del veliero Alba, capitanato dal Principe Caspian (Ben Barnes) conosciuto dai Pevensie in un precedente soggiorno a Narnia. Insieme a Caspian e al battagliero topino Reepicheep (voce italiana Francesco Prando), Edmund, Lucy e Eustace si troveranno coinvolti in una difficile lotta contro il male, che li porterà fino ai confini del mondo, alle soglie delle inesplorate terre di Aslan. 

Dopo Il Leone, la Strega e l'Armadio e Il Principe Caspian, tornano i fratelli Pevensie protagonisti delle Cronache di Narnia nate dalla fantasia di C.S. Lewis, con Il Viaggio del Veliero. In questo terzo adattamento cinematografico, nel rispetto del romanzo originale, i due fratelli Pevensie maggiori, Peter e Susan, sono assenti (come era già stato annunciato al termine del Principe Caspian) perché ormai troppo grandi per tornare a Narnia. Moseley e la Popplewell hanno preso ugualmente parte alla pellicola, recitando piccoli camei. Stessa sorte probabilmente toccherà a Edmund e Lucy, che in questo episodio passano le consegne al cugino Eustace, di cui - come apprendiamo al termine del film - "Narnia potrebbe ancora aver bisogno in futuro". Compare in un cameo anche Tilda Swinton, come sempre nei panni dell'algida Strega Bianca, sempre più simile a un angelo tentatore, mentre a prestare la voce al teofanico leone Aslan è Liam Neeson (nella versione italiana la voce è di Alessandro Rossi, doppiatore di Neeson). I rodati Georgie Henley, Skandar Keynes e Ben Barnes riescono a mantenere un buon livello recitativo e a non far sentire la mancanza ai fan di Narnia dei due Pevensie maggiori, e colpisce in positivo la performance di Will Poulter, che riesce a impersonare - grazie anche a un ottimo phisique du role - un Eustace Scrubb umano e divertente sotto la scorza da antagonista indossata nella prima parte della pellicola. 

L'avvicendamento alla regia tra Andrew Adamson (direttore di Shrek, Shrek 2, Il Leone, la Strega e l'ArmadioIl Principe Caspian, ora facente parte del progetto solo in veste di produttore) e Michael Apted (007 Il Mondo non Basta) non ha prodotto cambiamenti significativi dal punto di vista della regia. Stesso discorso per il montaggio, a cura di Rick Shaine, la fotografia di Dante Spinotti e le musiche originali di David Arnold, che non riesce a dar vita a un tema sonoro in grado di stuzzicare la fantasia e l'interesse dello spettatore. Buono seppur non eccelso il 3D, che apporta alla pellicola il giusto grado di profondità - soprattutto nelle scene di combattimento e in quelle che vedono coinvolte le bestie mitiche che vedremo coinvolte nella vicenda. 

Così come nel testo originario di Lewis, anche nella pellicola di Apted si avverte la tematica religiosa che costituisce il cardine interpretativo dell'intera saga di Narnia: nel corso del plot, infatti, ai protagonisti della vicenda viene affidato il compito di riunire sette spade magiche sulla tavola di Aslan per fermare l'avanzata delle forze del male. Le tenebre, tuttavia, in questo come in molte altre opere fantasy, piuttosto che palesarsi in una forma fisica sono rappresentate dal buio interiore che alberga nell'animo di ogni individuo. Così, prima che la settima spada venga consegnata, tutti gli eroi del Viaggio del Veliero vengono indotti in tentazione. La tentazione non è mai la stessa, ma varia a seconda del personaggio chiamato in causa: così scopriamo una rivalità nascosta tra Edmund e Caspian e persino tra Edmund e Peter, e anche la giovane Lucy - in cui molti hanno visto una rappresentazione della Madonna - vorrebbe somigliare a una più adulta e affascinante Susan - Eva?

In generale, si potrebbe dire che Il Viaggio del Veliero è un film che non spicca, né in positivo né in negativo per regia, 3D, montaggio, colonna sonora o recitazione. Neppure quegli elementi che assumono un particolare rilievo nella cinematografia fantasy - scenografia, fotografia ed effetti speciali - brillano per originalità o innovazione. Ne deriva un film di avventura fantasy che si lascia guardare - soprattutto nel periodo natalizio - ma che non riesce a suscitare nello spettatore emozioni profonde né si imprime per impatto visivo.