A settembre abbiamo avuto l’annuncio ufficiale: Ron Howard, Akiva Goldsman e Brian Grazer hanno preso in carico la prima produzione cinematografica e televisiva di La Torre Nera, famosa saga epico-fantasy di Stephen King.

In questi giorni, il regista di Il Codice da Vinci, Il Grinch, Willow, si è espresso sul tono e sullo stile delle pellicole da realizzare, nonché sulla difficoltà di trasferire lo spirito dell’opera dalle pagine al grande schermo.

Cinematograficamente parlando, dice Howard, sono necessari toni che fin’ora non ho mai usato: un’atmosfera fantasy minacciosa, con elementi horror di paura effettiva. Inoltre, sui personaggi pesa l’onere davvero palpabile del viaggio da compiere. E’ necessario rendere tutto questo sullo schermo.

E non è poco, aggiungiamo noi, visto che le vicende narrate nei sette volumi della saga sono assai articolate, e i risvolti psicologici piuttosto complessi.

La storia racconta infatti la lunga e tormentata quest di Roland Deschain - ultimo di una stirpe di pistoleri dalle connotazioni fortemente arturiane - e dei suoi compagni verso la Torre Nera, misterioso centro di potere da cui dipende la salvezza di ogni universo.

Due esempi capaci di rendere efficacemente queste sensazioni, continua Howard, sono Il Miglio Verde e Le ali della libertà [NdR: di Frank Darabont], dove è possibile percepire lo stesso horror e la stessa suspense dei rispettivi libri. Noi ci siamo presi la responsabilità di ottenere una comprensione approfondita dell’opera e di utilizzare molti degli aspetti più significativi della saga e della graphic novel.

Come già annunciato, il “Progetto Torre Nera” vedrà Ron Howard dirigere il primo film, seguito a breve da una stagione  televisiva scritta da Akiva Goldsman, che fungerà da ponte per il secondo film (un sequel).

Dopo questo, avremo un'altra serie TV, questa volta a trama prequel. Infine, il terzo film, dove l'avventura si conclude.

Si tratta di una cosa diversa da qualsiasi altra io abbia mai fatto, dice ancora il regista, c’è un intero mondo da rappresentare con tutti i suoi riferimenti, i romanzi e i fumetti, le conversazioni in corso con Stephen [King], che lascia molta libertà di interpretazione e di manovra. Tutto questo è veramente eccitante.

Il lavoro da fare è tanto e appena all’inizio, ma sembra che entusiasmo e passione per questo impegno - almeno cinque anni di lavoro - ad Howard non manchino.

Nel frattempo tutti i Kinghiani doc tengono incrociate le dita: il volto di Roland sarà quello di Daniel Craig o di Hugh Jackman, Jon Hamm o Viggo Mortesen? Ma quelli sul futuro cast per ora sono poco più che rumors.