Ciao Marta, benvenuta su FantasyMagazine…

Grazie!

Qualche parola su di te, tanto per rompere il ghiaccio?

Non saprei! Presentarmi è sempre un po' complicato… mi piacciono moltissime cose. Scrivere, disegnare, ascoltare la musica, fare sport. Ma alla fine, o perché il tempo è troppo poco, o per lo studio o per la pigrizia insita, non riesco a dedicarmi a tutto come vorrei!

Fortuna e merito di un esordio in giovane età. Con, suppongo, tanta tanta emozione. Come sei arrivata alla pubblicazione con Cavallo di Ferro e come stai vivendo questo primo periodo da autrice "ufficiale"?

Sono arrivata alla pubblicazione con la testardaggine, che per fortuna ho a palate! Ho fatto leggere e girare il manoscritto fino a che non è arrivato alla Cavallo di Ferro. Come lei ha detto, ho avuto anche fortuna a trovare chi credesse nel mio lavoro.

In certi momenti non riesco a credere di aver realizzato il mio sogno. Guardo il libro e mi chiedo se lì dentro ci sia davvero la storia che mi ha accompagnata tanto a lungo e che ritenevo, e ritengo, una parte di me.

Passiamo a parlare di questo "L'assassino nero", primo episodio di quella che ci viene presentata come la Saga di Esmeria. Non ho volutamente riproposto la quarta di copertina in apertura, perché lascio a te l'onere di introdurci nel mondo di Esmeria e negli accadimenti di questo volume.

È una storia che si crea principalmente sul mistero, sulle mezze verità e sull'evoluzione di Ràvul, il protagonista, ma anche di altri personaggi.

Ràvul e Johan sono due fratelli, che vengono portati via insieme alla sorella dai genitori. Non sanno da che stanno fuggendo, ma una notte tutta la famiglia viene uccisa da una figura coperta da una lunga veste bianca. Solo i due fratelli sopravvivono. Ràvul e Johan si separano, vivendo vite completamente diverse, fino a che Ràvul non prende una serie di decisioni che lo porteranno a rifare i conti con se stesso e con il proprio passato. Non vi dico altro che ho paura di svelare un elemento sorpresa!

Un romanzo non deve necessariamente essere originale per essere godibile, nondimeno chiedo a te quali ritieni essere gli aspetti più peculiari del tuo lavoro.

Non ho letto tutti i libri esistenti (purtroppo) e non posso sapere se il mio lavoro contenga qualcosa di realmente originale. Posso però affermare che non c'è la divisione tra buoni e cattivi che si trova di solito nel romanzo fantasy: Ràvul è il protagonista, ma è un assassino. Johan è l'antagonista, ma ha le connotazioni tipiche di quello che sarebbe il "principe azzurro". Non c'è una schiera né un personaggio che si pone a difesa della giustizia o del bene. La storia è incentrata su Ràvul, che praticamente mai si interessa realmente al mondo in procinto di una guerra nel quale vive.

Quanto hai dedicato a "costruire" Esmeria, prima di tessere la tua trama ed assegnare i ruoli ai tuoi personaggi?

È accaduto il contrario. Non è Ràvul a essere posizionato in Esmeria, quando Esmeria a essere creata intorno a lui e agli altri personaggi, relazionandosi ai loro atteggiamenti, alle loro scelte, e prendendo parte alla storia come personaggio vivo e in scene alterne portatore di buoni ideali e anche avversario che ostacola il loro cammino. A eccezione di certe parti nelle quali mi sono semplicemente divertita a creare un mondo che non esiste, dandogli una connotazione immaginaria ma pur sempre basata sul reale.

Cosa ti ha divertito di più?

Mi divertono molto i dialoghi, perché non solo due o più personaggi si mettono in gioco, ma nasce, si consolida e si mostra il loro rapporto.

Vuoi descriverci brevemente le caratteristiche principali dei protagonisti? Ràvul in primis, ovviamente.

Ràvul è il protagonista principale, e cambia molto nel corso della storia. Non solo perché passa dal bambino all'adulto, ma anche perché in lui ci sono come due uomini contrastanti: uno più umano, uno più freddo e del tutto insensibile agli stimoli esterni. Delle sue origini non sa nulla e piano piano scopre di far parte di un piano ordito da prima della sua nascita. Poi c'è Johan, con il quale Ràvul cresce nei primi anni della sua vita ritenendolo suo fratello. Sono estremamente diversi, ma alla fine risulteranno più simili di quanto loro credono.

Altri due personaggi fondamentali sono Samvise, vecchio amico di Ràvul, e Amaryllis, la sua prima e ultima fiamma. Sono gli unici personaggi del tutto "umani" della storia, con le loro debolezze, ma anche più sensibili. Allo stesso tempo non sono comuni: sono nati e vissuti in una città dove l'individualità è repressa e la vita scorre senza che la si possa davvero godere.

C'è Diamid, il re di Esmeria, che rimane un personaggio piuttosto sfumato e che indossa più maschere nel corso della storia. Argon, personaggio avvolto nel mistero e che tale rimarrà fino alla fine. E altri che si nascondono nell'ombra in attesa di fare la loro entrata in scena!

Il tuo libro viene promosso tra l'altro come l'ennesimo scontro tra Bene e Male, perché parrebbe che la dicotomia assoluta sia il cuore del "vero""fantasy, e soprattutto ciò che tira di più nelle vendite e nelle preferenze dei lettori (e su questa convinzione io avrei da ridire). Ma, tutto sommato, per quanto ci sia una sostanziale individuazione dei ruoli, non mi pare che tu sposi in toto tale scelta, anzi…

Esatto. Come ho detto prima l'Assassino Nero si distingue in quanto non si basa sullo scontro tra esponenti assoluti di queste due fazioni. In fondo, non credo proprio che ci sia qualcuno al mondo completamente buono o completamente cattivo: e io ci tengo a rendere i personaggi i più umani possibile, in tutta la loro complessità.

Sei appassionata di archeologia. Storia e fantasy possono viaggiare più a braccetto di quel che si immagina, soprattutto tra i non cultori del genere. Sei d'accordo? Se sì, perché?

In parte. La storia ci insegna il mondo e il modo in cui si evolve. Il fantasy è un genere in cui crei un mondo diverso da quello reale, estraneo alla storia che si studia. Ma allo stesso tempo guardando alla storia si acquisisce la capacità di creare una storia nuova in un mondo non vero, che in ogni caso rispecchia la realtà.

In ogni modo, all'interno della nostra storia il fantasy è stato spesso posto ad insegnamento e propaganda dei valori morali e della storia personale di un popolo. Una volta sentii dire: "Andando indietro nel tempo, le prime opere che hanno segnato le culture del mondo possono essere considerate fantasy". Prendiamo ad esempio Gilgamesh, l'Iliade o l'Odissea: in alcuni elementi possono essere considerate opere fantasy (con la dovuta cautela).

Ami anche viaggiare. Il che, si riflette nella trama nel romanzo.

Assolutamente sì! Per gran parte della storia il protagonista viaggia e il cammino che fa si accompagna ai suoi cambiamenti. Una delle mie frasi preferite è di Sant'Agostino, La vita è come un libro. Se non viaggi, ne vedi solo una pagina.

Una curiosità: Marta Marat suona come uno pseudonimo, ma non lo è, vero?

È il cognome di mia madre, rielaborato alla francese!

Cosa ti ha spinto più di tutto verso la scrittura?

Credo ci sia una tendenza, unita alla voglia di lasciare qualcosa di sé e di uscire dagli schemi della realtà! Più ovviamente il fatto che mi piace scrivere, e basta…

E perché proprio fantasy?

Per me scrivere è anche una via per andare oltre la realtà e l'immaginario fantasy porta più in là di dove si arriverebbe con una letteratura diversa. Senza contare la bellissima sensazione che ha uno scrittore di fantasy di essere il creatore assoluto, con la licenza di plasmare un mondo e le sue leggi come la fantasia gli ispira.

Il successo che il fantasy ha avuto negli ultimi anni è determinato da…?

Ogni persona legge fantasy in modo diverso e con una diversa motivazione. Per alcuni ha il fascino della novità, dell'uscita dal modo di scrivere che ha imperversato per secoli. Per altri è un modo di evadere da un mondo che purtroppo è come è. Di certo ha influito l'immaginario fantastico giunto anche con altri ambienti, come quello della fumettistica e del cinema, che di certo colpisce per i suoi elementi straordinari e spesso affascinanti perché distanti dalla nostra dimensione. Il fantasy è plasmabile in mille modi e questo non può fare altro che creare immagini e storie con un tocco in più non classificabile come romantico, austero, misterioso, frizzante, ma anche tutti questi elementi insieme se si è in grado di crearli e di coglierli.

I tre libri fantasy che più hai amato?

Stardust di Neil Gaiman, Il Silmarillion di J.R.R. Tolkien e La bussola d'Oro di Philip Pullman.

Hai diciott'anni. Giovane, quindi. Quanto ti pare che la lettura sia diffusa tra i tuoi coetanei?

Io vado a un liceo classico, dove i ragazzi in media leggono più che in altri licei. Quindi la mia visione di quanto leggono i giovani"è sicuramente falsata. In ogni caso mi sembra che la lettura sia più diffusa di quanto si tenda a credere, altrimenti non si dimostrerebbe il successo di libri il cui target è tendenzialmente rivolto ai giovani.

"L'assassino nero" si può leggere come un libro autonomo?

Essendo il primo, sì. Ma finora chi l'ha letto si è incuriosito abbastanza da voler sapere come va a finire!

I segreti di Esmeria ancora da svelare restano ancora tanti, però. Il prossimo episodio della saga è già pronto o è in lavorazione?

È in lavorazione, ma credo di essere già a buon punto!

Grazie Marta per essere stata nostra ospite. Auguri per il tuo romanzo, e quelli che verranno!

Grazie a voi! Incrocio le dita!