Come rinverdire i fasti della precedente trilogia dei Pirati dei Caraibi? 

Questo si saranno chiesti Jerry Bruckheimer, produttore per conto della Disney, Terry Rossio e Ted Elliot scrittori e sceneggiatori di questo quarto episodio delle avventure di Jack Sparrow.

La risposta è stata inserire in un contesto narrativo già esistente, il bel romanzo di Tim Powers Mari Stregati, il personaggio di Jack Sparrow, e il suo universo piratesco fatto di avventura, sensualità puramente allusiva e magia.

Ne viene fuori una storia che è comunque d'impianto classico, che vede Jack Sparrow, alleato controvoglia con la sua ex amante Angelica, con il famigerato pirata Edward Teach, meglio conosciuto come Barbanera, e opposto come sempre al rivale-amico Barbossa, nonché alla Corona di Spagna, nella ricerca della mitica Fonte della Eterna Giovinezza. Durante il viaggio, tra Londra, mari pericolosi infestati da sirene feroci, giungle e caverne, saranno parecchie le situazioni di pericolo che il nostro antieroe dovrà affrontare. Sappiamo già che in qualche modo Jack Sparrow se la caverà, ma il gioco è sempre quello di divertirsi nel vedere come questo accade.

Johnny Depp torna nei panni di Jack Sparrow recitando con il pilota automatico, divertendosi un mondo nel farlo. Come sembrano divertirsi i veterani Geoffrey Rush (Barbossa) e Kevin McNally, il sempre sottovalutato Gibbs. Un po' più "serio", ma non poi moltissimo è Ian McShane, che è un Barbanera che almeno all'inizio ruba molto la scena al protagonista. Penelope Cruz, nel ruolo di Angelica, invece "ci crede" troppo, da vedere è una festa per gli occhi, ma la sua recitazione non ha plasticità. Sembrano essere troppo in parte, e un po' attaccati alle tende direi, anche Sam Claflin, nel ruolo del religioso Philip e Astrid Bergess-Frisbey, nel ruolo della "Syrena-ex-machina". 

Il divertimento dovrebbe essere parte integrante di un progetto del genere. Giocare ai Pirati tra boschi e spiagge delle Hawaii, per giunta pagati? Chi non lo farebbe?

A divertirsi con i Pirati in questo episodio torna pure Keith Richards e in un delizioso cameo appare la mitica Judi Dench! Bravissimo e molto divertente è anche Richard Griffiths (che ricordiamo come Vernon Dursley nei film potteriani) nel ruolo di Re Giorgio.

Questo divertimento nel realizzarlo però non sempre arriva al pubblico stavolta. Intanto il film è veramente lungo. 137 minuti sono troppi per una vicenda che non ha un grosso intreccio. La trama avanza grazie a parecchi salti, quando non veri e propri deus-ex-machina, troppi. Per riempire i buchi, ne conseguono inseguimenti e scene d'azione troppo lunghe, pur se ben coreografate e realizzate e parti dialogate che fanno "sedere" il film.  

Ancora più estenuante è la visione se si considera che il 3D, non solo è ininfluente anche se il film pare sia stato girato con questa tecnologia all'origine, ma scurisce la già cupa fotografia di Darius Wolski. Ne risentono pure le sequenze più luminose, tra spiagge lussureggianti e giungle verdissime.

Il comparto effetti speciali, con i bravi Charles Gibson e John Frazier lavora secondo lo stato dell'arte, dando credibilità almeno dal punto di vista visivo a tutto l'impianto. Belli i costumi di Penny Rose

Hans Zimmer campa di rendita con una colonna sonora che ormai è realizzata secondo una logica da franchise, con il tema classico che ricorre nei momenti topici, e pochissime vere variazioni.

Ragionando anche io in logica di serialità posso quindi affermare che si tratta del meno riuscito degli episodi della serie. Pur tuttavia la serie potrebbe anche riprendersi con episodi migliori più avanti. Se i gestori non accenderanno le luci e sfumeranno i titoli vi consiglio di aspettarne la fine. La scenetta finale sembra gridare: Jack Sparrow tornerà.