Vigilia di Natale, Vienna, anni Venti. La giovane Mary (Elle Fanning) riceve in regalo dallo strampalato zio Albert (Nathan Lane) uno schiaccianoci in legno (Charlie Rowe) che durante la notte si anima e coinvolge la ragazzina in una pericolosa lotta contro il Re (John Turturro) e la Regina (Frances de la Tour) dei ratti. I due malfattori hanno invaso il regno dello Schiaccianoci, dove hanno instaurato una dittatura militare obbligando tutti i bambini a bruciare i giocattoli per alimentare la fabbrica del fumo, che si è "mangiata" la luce del sole.  

Così prende le mosse Lo Schiaccianoci 3D di Andrei Konchalovsky, co-autore della sceneggiatura insieme a Chris Solimine, proiettato in anteprima stampa a Roma in 2D su esplicita richiesta del regista. La pellicola si concede svariate licenze rispetto all'opera originale: spiccano in particolare i rimandi artistici (Squalo in formaldeide di Damien Hirst per citarne uno), a Sigmund Freud (che compare in un cameo nei primi minuti del film) e ad Albert Einstein, a cui è ispirata la figura dello zio Albert, che non manca di spiegare ai nipotini una sua teoria chiamata relatività. L'autonomia interpretativa di Konchalovsky è confermata dalla scelta di affiancare allo Schiaccianoci di Tchaicovsky, tema sonoro dominante della pellicola, le musiche composte ex novo da Eduard Artemiev per Sir Tim Rice, autore dei testi di Aladdin, Il Re Leone e degli spettacoli teatrali de La Bella e la Bestia

Senza voler contestare le legittime reinterpretazioni di Konchalovsky, è il risultato finale che mostra qualche sbavatura: la pellicola può idealmente essere suddivisa in due parti, una prima che sembra far parte del filone natalizio e caratterizzata da una spiccata atmosfera fiabesca, la seconda che vira con molta più decisione sul fantasy ucronico, presentando una realtà parallela dalle sfumature dittatoriali che ricorda allo stesso tempo le fucine degli orchi del Signore degli Anelli e il nazismo che avrebbe sconvolto l'Europa negli anni a venire. Le due parti sembrano quasi slegate tra loro e a risentirne è la coerenza finale della pellicola. Stesso discorso per quel che riguarda le musiche: basare tutta la colonna sonora su Tchaicovsky sarebbe stata una scelta riduttiva e miope, tuttavia le musiche originali talvolta sembrano quasi una nota stonata, seppure vi sia da dire che potrebbe trattarsi di un problema relativo all'adattamento italiano, visto che la proiezione stampa non è avvenuta in versione originale. 

In generale all'altezza le interpretazioni degli attori, bravi soprattutto Elle Fanning e Nathan Lane, su cui si regge l'intera prima parte della pellicola, e John Tuturro e Frances de la Tour (la Madam Maxime di Harry Potter e il Calice di Fuoco), il Re e la Regina dei ratti, su cui si regge per intero la seconda tranche filmica. L'istrionicità degli attori tuttavia non è sufficiente e, soprattutto nella seconda parte, viene a mancare il ritmo della pellicola, che avrebbe potuto essere più stringata. Ne risulta un film che "a volte c'è e a volte manca", con dei buoni spunti ma discontinuo nella realizzazione, non tuttavia penalizzabile in toto.