La vittoria però non cancellò in questa razza la paura della crescente influenza dei Patryn sulle razze mensch, così venivano chiamate le altre razze considerate inferiori. Fu per evitare il rischio che un giorno l'intera popolazione gli si rivoltasse contro, che i Sartan ricorsero alla Spartizione, ovvero spezzare il pianeta Terra in quattro mondi separati, ciascuno dominato da un elemento (aria, terra, fuoco e acqua).

Un piano che portò alla morte milioni d'individui, dove si salvò solo un numero scelto di mensch ritenuto meritevole da parte dei Sartan, messi in salvo all'interno del Vortice nell'attesa che la Spartizione venisse a compimento e i nuovi mondi fossero creati.

Una scelta inevitabile? Era davvero impossibile non riuscire a trovare un'alternativa al conflitto, a questa dolorosa divisione?

Domande che con il senno di poi l'uomo sempre si pone, ma alle quali non si troverà mai risposta e se anche ci riuscisse non valgono nulla, perché le uniche risposte che contano sono quelle che vengono prese nell'attimo in cui si agisce e che portano a dei risultati concreti, degli effetti sulla realtà. Domande che però mettono sempre in discussione il discorso di fare le scelte in nome del bene superiore, perché dietro questo paravento chi sta al potere cerca sempre di giustificarsi, di nascondere (quando non cancellare) i propri sbagli e le proprie erronee convinzioni che ottundono la capacità di valutare il reale stato delle cose, spesso deformandolo.

Samah, il Sartan fautore della Spartizione, ricorda il Sommo Sacerdote che fa causa del Cataclisma che Weis e Hickman narrano nel mondo di Dragonlance: non era una persona malvagia, solamente un individuo spaventato da quello che non poteva controllare. Il suo errore fu quello di considerarsi migliore di altri, di essere depositario della verità, di essere un buono che agiva per il meglio.

Ma come molti si accorgono con l'esperienza, non esistono persone buone, ovvero che sono sempre nel giusto, che non commettono mai errori; come spesso si sente dire, l'inferno è lastricato di buone intenzioni e come si scoprirà, i Sartan, coloro che si ritenevano difensori e perpetratori dell'ordine, sono stati la fonte di uno squilibrio che ha portato al nascere una parte caotica fautrice di conseguenze per l'intero universo: una scelta, anche se dettata da alti ideali, che ha portato scompensi dato che è stata imposta, privando della libertà.

Una scelta che ha portato conflitti, come quello scaturito tra Sartan e Patryn, simbolo dei contrasti che ci sono tra chi segue la via dell'appartenere a gruppi numerosi e organizzati (come possono essere una comunità, un'istituzione), e chi decide di perseguire la strada dell'individualismo, nel ricercare la forza in sé, senza dipendere da nessuno, portando a mostrare come entrambi i due modi di vedere hanno dei punti deboli.

Il contare solo su se stessi, ritenendo gli altri inferiori, se da un lato elimina la debolezza che nasce dalla dipendenza, dall'altra ha una forte limitazione nella crescita e nell'evoluzione, perché non c'è evoluzione se non insieme: un precludersi opportunità, un chiudere porte a tutto quello che l'universo con le sue forme può dare.

La limitazione dell'appartenere a un gruppo porta all'annullamento di sé, al rinnegare valori e sentimenti personali in nome di quanto ritenuto dalla maggioranza importante, il cosiddetto sacrificare scelte ritenute egoistiche per un bene più grande; un modo capace di spezzare le persone perché l'affidarsi a chi guida i gruppi porta a farsi ugualmente responsabili delle conseguenze causate da scelte che di facciata s'appoggiano, ma che nell'intimo si credono sbagliate. E che alla fine si arriva a scontare, come accade ai Sartan guidati da Samah, nel momento in cui decide di attuare sia protezionismo, sia ghettizzazione.

Il protezionismo, l'isolarsi dal resto del mondo, li porta a una nuova caduta quando si accorgono che una delle loro creazioni ha la capacità di renderli inermi, senza potere, un rivoltarsi contro il loro raziocinio e il voler tenere tutto sotto controllo, convinti che la ragione sia l'unica soluzione possibile per mantenere equilibrio nell'universo; un errore già fatto nel passato e dal quale non hanno imparato che quando un elemento, anche il migliore, prende il sopravvento, porta uno scompenso che richiede un prezzo da pagare.