E' di qualche giorno fa l'annuncio che NBC Universal e Sky Living hanno approvato la produzione di Dracula, serie tv di 10 episodi dedicata al vampiro più famoso della storia.

Il ruolo del protagonista è andato a Jonathan Rhys Meyers (I Tudor), che con il suo Enrico VIII ha già dimostrato sia di saper incarnare personaggi moralmente ambigui, sia - meno importante ma l'occhio vuole la sua parte - di fare una discreta figura in costume d'epoca. Ancora nessuna novità sulla protagonista femminile e sui comprimari.

Questo il comunicato di NBC: "1890, Londra: il conte Dracula arriva in città presentandosi come un imprenditore americano desideroso di portare la scienza moderna nella società vittoriana, ma in realtà il suo scopo è vendicarsi delle persone che secoli prima gli hanno rovinato la vita. Solo un elemento imprevisto rischia di rovinare il suo piano: Dracula si innamora di una donna che sembra essere la reincarnazione della sua defunta moglie."

Praticamente il Dracula di Bram Stoker (1992, diretto da Francis Ford Coppola), incontra Il Conte di Montecristo. Chi ha visto il film di Coppola noterà subito che la premessa della serie è molto simile: pur basandosi sul libro originale di Stoker molto più fedelmente di tanti altri adattamenti, Coppola inventa una storia d'amore tra i personaggi di Dracula e di Mina Harker e fa di lei la reincarnazione della prima moglie del vampiro, rendendo questo amore impossibile il cardine attorno al quale ruota la trama. Il romanzo Il conte di Montecristo invece è l'esempio principe delle storie in cui il protagonista, sotto mentite spoglie, torna per cercare vendetta contro i suoi aguzzini. 

Visto il costante successo del fantastico era curioso che nessuno avesse ancora avuto l'idea di riportare in tv "il" vampiro per definizione - e chi pensa che il trend dei vampiri sia in calo non ha visto i dati di ascolto di The Vampire Diaries su CW. Per tacere di Twilight.

Balza all'occhio l'unico elemento veramente originale della premessa, ovvero l'idea che Dracula voglia portare a Londra la "scienza moderna" (intesa forse come modernità in senso lato?): l'idea che sia il testimone di un'altra epoca a promuovere il progresso è intrigante e apre a possibilità interessanti: come verrà accolta la modernità nel cuore dell'epoca vittoriana? Come verrà accolto Dracula? L'archetipo del vampiro funziona sempre meglio quando il confine tra mostro e normale sfuma, quando il "diverso" si scontra con l'aberrazione nascosta dentro l'uomo comune. Non a caso è una premessa su cui Joss Wheadon ha costruito sopra una carriera.

Merita una riflessione la struttura della serie: 10 episodi sono un taglio da canale via cavo come HBO o Starz, non comune in un network in chiaro come NBC, che normalmente lavora con format di 22-23 ep. (una stagione completa) e più raramente di 13 ep. (mezza stagione). L'iniziativa sembra confermare quanto anticipato da alcuni critici americani, secondo cui l'esempio positivo dato dalle produzioni via cavo si affermerà come trend anche in chiaro, portando a investire il budget in produzioni più brevi ma di alta qualità. Resta la domanda su come verranno coperte le settimane rimaste vacanti dal cambio di formato: altre fiction, avendo così due serie tv da 10 episodi ciascuna dove prima ce n'era solo una lunga il doppio? O reality show, notoriamente meno costosi di una fiction e piuttosto lucrativi?