Le premesse di Beautiful Creatures sono più o meno classiche.

Ethan Wate (Alden Ehrenreich) è un diciassettenne che vive a Gatlin, nel South Carolina. Si sono usate molte metafore per descrivere luoghi così, nel film la cittadina è definita nel "bel mezzo del nulla in South Carolina" e con un solo cinema che proietta film che già sono usciti in DVD, per giunta con i titoli sbagliati. Altro polo attrattivo del paese è la chiesa, la biblioteca in cui gli unici libri non proibiti sono noiosi. L'evento clou dell'intensa vita sociale è la rievocazione storica della "battaglia di Honey Hill", in realtà poco più di una scaramuccia tra nordisti e sudisti in quella che i locali definiscono, con un senso della storia molto personale, "la Guerra dell’Aggressione nordista.”

Ethan non è un nerd outsider. È belloccio ed è stato fidanzato con la più bella del paese, la bionda e fanatica religiosa Emily Asher (Zoey Deutch).

In realtà Ethan è diverso, sogna una vita diversa. Legge libri proibiti come Mattatoio N.5 di Kurt Vonnegut e spera di andare al college il più lontano possibile.

In realtà i sogni che inquietano Ethan non sono quelli a occhi aperti, ma quelli notturni, dove gli appare una bellissima ragazza che sembra appartenere a un'epoca remota.

È il presagio dell'arrivo nel paese, e nella sua vita, di Lena Duchannes (Alice Englert), una ragazza che porta il fardello di un nome pesante e di pesanti pregiudizi, in parte legati alla sua discendenza, la famiglia Ravenwood.

La ragazza vive insieme allo zio Macon Ravenwood (Jeremy Irons) nella tetra vita di famiglia. Quando c'è lei sembra che si verifichino strani fenomeni e le ignoranti comari del paese la additano come Strega.

Quello che avverrà è che Ethan e Lena si innamoreranno e il giovane verrà a conoscenza di un mondo parallelo, nel quale vivono Maghi e Maghe ai quali al sedicesimo anno di età viene rivelato il loro futuro allineamento: buono o malvagio. I maghi, pur potenti accettano il loro destino, mentre Ethan, nell'imminenza della Rivelazione per la sua ragazza, non vuole rassegnarsi.

Ethan si troverà al centro di un conflitto tra maghi buoni e maghi malvagi, dovrà confrontarsi con la bigotta madre del suo migliore amico Link (Thomas Mann), la sig.ra Lincoln (Emma Thompson). E qual è il ruolo nella vicenda della bibliotecaria di Gatlin, Amma (Viola Davis)? Per non parlare poi della cugina di Lena, la perfida Ridley (Emmy Rossum). Dietro le quinte poi la misteriosa madre di Lena, Sarafine, una entità incorporea che però è dotata di grandi poteri.

Tutto culminerà il giorno del sedicesimo compleanno della ragazza, che è anche quello della rievocazione storica della battaglia. Già all'epoca, parallelamente al conflitto umano, si svolgeva un conflitto magico, la cui natura lo spettatore scoprirà durante la visione del film.

Insomma di carne al fuoco ce n'è tanta. Anche qui vale il detto che non conta quello che si racconta, ma il come.

Presi uno ad uno gli elementi di cui si compone il film sono noti e stravisti. Quello che si percepisce è un gusto leggermente più adulto, direi orientato tra i 15 e i 20 anni, nel mescolarli.

Le regia privilegia il registro del paranormale e del rapporto d'amore, che diventa vero e proprio conflitto di intenzioni in collisione, quando i vari personaggi si scontrano ognuno per il bene dell'altro. Questo accade sia nella dinamica Ethan/Lana ma anche Lana/Maicon e Ethan/Maicon. Tutti gli altri sotto testi, dal conflitto generazionale, al problema della integrazione di chi è percepito come "diverso", sono appena accennati e poco sviluppati.

È una scelta rivendicata dal regista Richard LaGravenese, quella di compiere un lavoro di estrapolazione dal romanzo delle scrittrici Kami Garcia Margaret Stohl imponendo al prodotto una sua personalità. In ogni caso ha fatto delle scelte affrontandone le conseguenze.

Purtroppo quello che ne segue è un buon pilota di una serie, spettacolare nei momenti in cui gli scontri tra creature paranormali diventano espliciti, come la scena dello scontro tra Lena e Ridley in sala da pranzo, o la cerimonia con battaglia finale, parallela alla rievocazione storica.

L'impressione è di contrazione eccessiva in alcuni punti, specialmente nei rapporti tra i giovani, che meritavano approfondimento, e di una eccessiva corsa verso il finale, inframezzata da un lungo momento di pausa, la sequenza degli studi in biblioteca, che sembra lunga.

Pur essendo un prodotto che per recitazione e allestimento merita la sufficienza piena, quello che resta è l'idea che forse il romanzo avrebbe meritato una miniserie di ampio respiro, o forse un film in due parti.

Gli attori infatti meritano veramente attenzione, dai due protagonisti Alden Ehrenreich e Alice Englert che hanno le facce giuste per fare scattare l'identificazione e sanno recitare, a Emma Thompson che riesce bene a fare trasparire anche da una sola alzata di spalle la duplice natura del suo personaggio. Validi i caratteristi che interpretano la famiglia di Lena, su cui tutto sommato si regge Jeremy Irons, attore le cui immobilità sono funzionali al ruolo iniziale di pesante macigno nei confronti dell'amore tra Ethan e Lena.

Spicca, ma il personaggio meriterebbe una ribalta maggiore, la brava Viola Davis, nei panni dell'enigmatica libraria Amma. Emmy Rossum, brava, è anche un bel vedere, con costumi che citano la storia del cinema e che le rendono giustizia.

Ho già detto dei buoni effetti speciali, per i quali la produzione ha dichiarato di aver usato al minimo le tecnologie digitali e aver usato espedienti meccanici e ottici. Anche le scenografie, quasi tutte "reali" e tangibili danno un senso di autenticità visiva al prodotto, come raramente accade in questi anni di digitale estremo. C'è quindi da rendere merito al comparto tecnico composto dal direttore della fotografia Philippe Rousselot, lo scenografo Richard Sherman e il costumista Jeffrey Kurland di aver dato al prodotto la necessaria credibilità visiva. In particolare dei costumi si nota il lavoro compiuto sia nel ricostruire la Guerra di Secessione, che le bizzarre tenute dei maghi, ma l'attenzione nel ricreare i costumi della rievocazione in modo che apparissero i costumi del 1864 come se li immaginano le persone del 2012, per rendere riconoscibili le sequenze ambientate nel passato da quelle ambientate nel presente che rievoca il passato.

Le musiche dei Thenewno2 sono immerse nel film, come dovrebbe essere, ma non sembrano essere dotate di personalità propria al di fuori della visione.

Probabilmente molte risposte alle istanze di approfondimento potrebbero arrivare dai successivi episodi della serie, messi in cantiere in caso di successo di questo film.

Rimane la sensazione che forse già questo capitolo poteva essere migliore, anche se comunque si tratta di un film che alla fine scorre e non annoia.

Il finale è aperto per cui il franchise potrebbe avere altre occasioni.