Con la pubblicazione di Shadowhunters. Le origini. La principessa, anche in Italia arriva a conclusione la trilogia The Infernal Devices di Cassandra Clare.

Urban fantasy che vira allo steampunk, la trilogia segue le avventure del gruppo di Cacciatori dell'Istituto della Londra di fine '800 ed è nata come prequel della serie degli Shadowhunters ambientata nella New York contemporanea da cui è stato tratto il film Shadowhunters: Città di Ossa.

Da millenni nel mondo ha luogo una battaglia tra le creature degli inferi, i demoni e la loro progenie di Nascosti e gli Shadowhunters, cacciatori di demoni, che difendono gli ignari Mondani, gli esseri umani che non possono vedere il mondo magico, da un destino di dolore e morte. 

Protagonisti della serie sono tre adolescenti: Will e Jem, due Cacciatori minorenni, e Tessa, all'apparenza una giovane Mondana che in realtà nasconde un grande potere.

Dopo la morte della zia con cui è cresciuta, Tessa lascia New York alla volta di Londra per raggiungere il fratello Nate. Ad attenderla allo sbarco la ragazza trova due inquietanti sorelle che dichiarano di essere lì per contro di Nate. 

Invece la ragazza si ritrova prigioniera delle due donne che agendo per conto del misterioso Magister, usando la forza e la violenza, le mostrano come liberare il suo potere: Tessa è in grado di trasformarsi in chiunque voglia, acquisendo così non solo le sembianze degli esseri, ma anche le loro conoscenze e i loro ricordi.

Destinata ad andare in sposa al Magister e a diventare l'ingranaggio di una sua più grande macchinazione, Tessa tenta la fuga dalla sua prigione e inaspettatamente trova aiuto in Will, sulle tracce delle sorelle Oscure perché coinvolte nel ritrovamento di alcuni cadaveri di Mondani.

Tessa viene quindi introdotta all'Istituto di Londra, dove conosce gli altri cacciatori: Charlotte, Henry, Jessamine e Jem. Quest'ultimo è il parabatai di Will, i due ragazzi sono compagni guerrieri e il loro legame li rende più vicini di due fratelli, questo sebbene Jem sia gravemente malato e vicino ormai alla morte. 

Tra congiure, tradimenti, giochi di potere e scontri all'ultimo sangue si dipanano una serie di misteri che coinvolgono Tessa, il suo potere e le sue origini, Will e Jem, entrambi innamorati della ragazza, e il Magister, che per vendicarsi di un antico torto ha deciso di costruire un esercito di uomini meccanici per distruggere tutti i Cacciatori.

In questo terzo volume della saga, finalmente l'autrice scopre le carte e rivela la verità su Tessa, su chi sono i suoi veri genitori, e sul ruolo che ha nei piani del Magister.

Rispetto agli eventi narrati nel secondo libro, Il principe, sono passati appena due mesi e i membri dell'Istituto stanno cercando di riprendersi dall'ultimo tradimento. 

L'organizzazione a capo dei Cacciatori fa pressioni sul Charlotte, capo dell'Istituto di Londra, perché trovi il Magister.

La salute di Jem intanto si sta aggravando e nei bassi fondi della capitale inglese non si trova più nemmeno un grammo di quella polvere di demone che è in grado di dargli sollievo. 

La situazione precipita quando Tessa viene rapita da uno degli uomini meccanici del Magister. Will crede di sapere dove si nasconde il loro nemico, ma il Console proibisce ogni azione avventata e al ragazzo non rimane che lasciare l'Istituto per lanciarsi alla ricerca di Tessa. 

Recensire il volume conclusivo di una serie è difficile perché inevitabilmente si corre il rischio di perdere di vista l'oggetto della recensione per giudicarlo in funzione dei libri che l'hanno preceduto. Quando poi la storia si intesse in un mondo fantastico più grande che parte dalla fine dell'800 per arrivare ai giorni nostri il compito è ancora più arduo.

Di Cassandra Clare possiamo innanzitutto dire che scrive in modo pulito e scorrevole. Il suo stile non è appesantito da descrizioni dispersive eppure riesce in poche parole a tratteggiare un ambiente o una situazione. 

L'autrice è molto più interessata alla psicologia dei personaggi piuttosto che all'ambiente che li circonda e riesce a tratteggiare i caratteri delle persone semplicemente. 

In questi volumi ambientati nella tarda epoca vittoriana, poi, la Clare dimostra una buona padronanza dei registri utilizzati nell'800: i dialoghi sono verosimili e hanno naturalezza e se non fosse per la presenza di demoni, stregoni e vampiri sembrerebbe quasi di leggere una delle opere scritte in quel periodo. Ampio spazio viene dato ai sentimenti e ai concetti di decoro sociale, educazione e onore.

La Clare impreziosisce la storia anche con citazioni di alcuni dei più importanti autori della letteratura e della poesia inglese: ad esempio Shakespeare, le sorelle Brontë, Jane Austen e soprattutto Charles Dickens e il suo romanzo storico Racconto di due città.

Semplificando Dickens in questa sua opera narra di un triangolo amoroso: due uomini, un aristocratico decaduto e un avvocato, innamorati della stessa donna. Racconto di due città diviene il paradigma della storia tra Will, Jem e Tessa.

Proprio le dinamiche tra i tre personaggi -  in questo volume più che negli altri due - sono centrali tanto che lo scontro tra Cacciatori e il Magister viene sacrificato e svilito.

La principessa, rispetto agli altri volumi della Clare, non è un romanzo d'azione o d'avventura: scontri e battaglie hanno un ruolo marginale e sono strumentali al racconto di questo grande amore.

Prima di leggere questo libro bisogna aver chiaro, appunto, che è una storia d'amore: di quel grande amore totalizzante (da adolescenti?), alla Romeo e Giulietta.

Leggendo il libro però si corre il rischio di stancarsi di sospiri e tentennamenti e una volta che le varie sotto trame sono state chiuse ci si chiede perché la Clare abbia deciso di aggiungere ancora un capitolo. 

Ma poi si arriva all'epilogo.

Il romanzo così come si concludeva aveva un senso e una compiutezza. La fine è anche un nuovo inizio che poteva preludere a una seconda trilogia. Eppure l'autrice ha scelto, coraggiosamente, di andare a vedere cosa si nasconde dietro il "vissero felici e contenti".

Il lieto fine che si intravede nell'ultimo capito viene quasi sciupato dall'epilogo che inizia con una vena di malinconia e senso di vuoto... fino all'ultimo colpo di scena che restituisce un po' di speranza e tenerezza.