Tornano al cinema i piccoli ometti blu, alti due mele o poco più, nel loro secondo lungometraggio in tecnica mista per la regia di Raja Gosnell.

Il successo della prima pellicola ha consacrato una nuova generazione alle creature di Peyo e gli autori hanno mantenuto alto il nome del fumettista belga confezionando un film che dal punto di vista tecnico surclassa il precedente con texture praticamente reali e vertiginose sequenze di inseguimenti aerei degne di Top Gun.

La storia, dichiaratamente rivolta al pubblico più giovane, corre rapida, senza lasciare spazio a buchi o intoppi narrativi sfociando nel consueto, forse frettoloso, lieto fine che porta con sé una delicata riflessione sul rapporto padri-figli strizzando l'occhio agli spettatori adulti.

L'intreccio prende il via nel giorno del compleanno di Puffetta, evento che tutti sembrano aver dimenticato (Sixteen Candels docet) e dal rapimento della stessa da parte di due "monelli", cugini artificiali dei Puffi creati con la magia da Gargamella (il divertente Hank Azaria). Il malvagio mago, diventato ricco e famoso nel nostro mondo, fa portare a sé la figlia perduta per farsi rivelare la formula che trasforma, come fece con lei Grande Puffo anni addietro, i monelli in veri Puffi.

Da qui si dipanano le avventure che hanno come perno i rapporti "familiari" tra i protagonisti, sia tra i comprimari umani Patrick e Grace Wislow (il Neil Patrick Harris di How i met your mother e la dolce Jayma Mays di Glee), alle prese con il rapporto del primo con il proprio padre putativo, che tra gli stessi ometti blu e tra Puffetta e i suoi "nuovi parenti" Vexy e Hackus.

Da un lato i padri: Grande Puffo e Gargamella, dall'altro i figli e il loro bisogno di accettazione che sfocia in un confronto sulla fiducia reciproca e sull'amore come mezzo per superare le differenze superficiali.

Da notare finalmente una lunga sequenza iniziale ambientata nel celebre villaggio dei Puffi e l'introduzione di Vanitoso che crea più di un siparietto comico quanto ambiguo, contribuendo a smorzare il tono bambinesco del film con qualche freddura più "adulta". Numerose le citazioni dei grandi classici partendo dai film di John Hughes passando per Colazione da Tiffany, Gli Uccelli e Mission Impossible che aiutano gli over trenta a non sentirsi completamente fuori posto a una proiezione decisamente pensata per gli under 13.

Complessivamente, ci troviamo davanti a un film tecnicamente notevole, cesellato nella regia leggera e nell'animazione ineccepibile. Un prodotto volutamente "diretto ai più piccoli" e in questo, senza ombra di dubbio, centrato nel proprio target abbastanza per suscitare stupore e meraviglia nei piccoli senza fare annoiare i grandi.