Ci parli dell’esperienza di scrivere in coppia per la selezione?

IT: Il secondo episodio di The Tube, La fame e l’inferno, è nato dall’unione del mio racconto A due passi dall’Inferno con quello di Carlo Vicenzi, intitolato La fame. A dire il vero non abbiamo scritto assieme, perché ci ha pensato Franco Forte a unirli, a capitoli alterni, per ottenere il secondo episodio; le due storie erano autonome e parlavano di personaggi diversi. Franco Forte ci ha inviato la proposta con il file già pronto e ci ha chiesto che cosa ne pensavamo. Inutile dire che il risultato ha soddisfatto tutti.

Carlo Vicenzi
Carlo Vicenzi

CV: In realtà è stata una magia di Franco Forte, il curatore della collana: ha preso due racconti indipendenti e ha creato un team. Abbiamo amalgamato le nostre opere sotto la sua supervisione, così da creare un connubio completo. Devo ammettere che all'inizio non ne ero entusiasta, ma sono stato costretto a ricredermi. Certo, ci sono stati momenti in cui è stato difficile mettersi d'accordo su un’unica linea d'azione, o su alcuni particolari, descrizioni, ma alla fine è uscito un lavoro ottimo e non mi pento di aver accettato la collaborazione.

Quali consigli daresti a coloro che partecipano alla selezione?

IT: Di non pensare troppo alle dinamiche della selezione: molti si preoccupano di non riuscire a stare al passo con le uscite, di scrivere cose trattate già in racconti selezionati, ma non ancora pubblicati. 

Conoscendo il “dietro le quinte”, posso garantire che se Franco Forte crede in un’idea e in un personaggio trova sempre il modo per farli rientrare nella collana, a costo di rielaborare tutto il racconto. Bisogna abbandonare il piano competitivo e adottare un atteggiamento creativo: puntare sull’originalità delle idee, sulla caratterizzazione dei personaggi, distinguersi offrendo qualcosa che non si sia già visto e sentito, per quanto possibile. Bisogna inventare cose nuove, scrivere con questa domanda in testa: come posso stupire Franco Forte e la redazione di Delos Digital?

Perché loro sono la porta che si spalanca sul pubblico: sono i nostri primi lettori e se facciamo colpo su loro, professionisti smaliziati, abbiamo la garanzia di aver scritto qualcosa che vale la pena leggere. Naturalmente, dobbiamo scriverlo bene, con molta cura.

CV: Pensate fuori dal coro mantenendo la coerenza al contesto. Sembra un'ovvietà ma è un equilibrio molto difficile da trovare: molti cercano di tirare fuori un'idea originale a ogni costo, con il risultato di allontanarsi in maniera eccessiva dai punti fondamentali della serie, oppure cercano di continuare le storyline già cominciate da altri, senza badare al fatto che una folla di aspiranti autori mira a fare lo stesso, dato che The Tube è una realtà sempre in mutamento. In sintesi bisogna essere rapidi, flessibili e mai scontati. Semplice, vero?

Quali gli elementi che distinguono The Tube dalle altre storie Horror?

IT: La varietà che solo tante menti diverse possono garantire. Si parla di sinergie, idee, varianti, sfumature, colpi di scena che difficilmente si possono trovare in una storia ideata da una sola testa. E poi c’è il fascino del continuo work in progress: non si sa mai (nemmeno l’Editore lo sa) che cosa accadrà nelle prossime puntate. Più suspense di così…

CV: Il fatto che sia creato da un insieme di autori gli dona quell'imprevedibilità, che a mio parere è il sale di ogni buona storia. Certo, se si mettono insieme tante voci si ottiene una cacofonia, ma se sono ben coordinate, il risultato è uno splendido coro. Questo rende unico The Tube.  Inoltre, le uscite periodiche creano l'attesa e lasciano il pubblico col fiato sospeso. Credo che sia un'esperienza molto particolare, stupenda, e lo dico sia in qualità di autore che di lettore.

Ci descrivi, senza troppi spoiler, la trama del tuo racconto?

IT: In La fame e l’inferno ho ripreso la storia di Milo e Marika all’interno del vagone della metropolitana: sono alle prese con un passeggero appena trasformato, la paura e la confusione, la necessità di prendere in mano in qualche modo la situazione e… un’inquietante telefonata. Che arrivi forse dall’inferno?

In Ceneri, il quarto episodio di The Tube che ho scritto da sola, Milo e Marika sono ancora nella metropolitana e tenteranno l’impossibile: stabilire un contatto con le creature, per capire se in loro sia ancora rimasto qualcosa di umano. Dovranno poi fare i conti con un orrore ancora più grande, perché la morte, purtroppo, non trasforma solo gli adulti. Sopra di loro, nella città distrutta, Milagros, la madre di Milo, è decisa a ritrovarlo. Dovrà però affrontare qualcosa peggiore persino degli stessi zombie. Qualcosa di più affamato. E più veloce.

CV: La particolarità del mio racconto non è la trama, ma la protagonista. Poiché, come ho detto prima, ho cercato di uscire dai cliché del genere, non volevo narrare la mia storia dal punto di vista di un sopravvissuto, ma dalla parte opposta. Il problema è che gli zombie difficilmente hanno una coscienza vera e propria, quindi non possono nemmeno essere una voce narrante. In medio stat virtus, mi sono detto, e così è nata Tea, una via di mezzo tra umano e non-morto. Altro non voglio dirvi, altrimenti rischio di evocare il “Demone dello Spoiler” come lo chiama Zerocalcare.

Ci anticipi qualche elemento del prossimo racconto?

IT: The Tube si sta arricchendo di tanti personaggi e tante storie, impossibile non tenerne conto. L’ultimo racconto che ho presentato per la selezione è ricco di spunti, che altri autori hanno lasciato in eredità e altri che mi sono inventata per trasmettere qualcosa di mio. C’è ancora spazio per l’azione, ma anche molti momenti di riflessione in cui i personaggi cercano una parvenza di normalità, ma non ce n’è, per non impazzire. In tutto quello che scrivo, i sentimenti sono sempre presenti, in varie sfaccettature. C’è anche un nuovo personaggio molto particolare, che spero possa vedere la luce e arrivare al pubblico, perché tengo molto a lui, ne sono conquistata.

Tutto, però, ruota ancora attorno a Milo e a Marika, veri protagonisti di The Tube. Milo ritroverà una parte importante della sua famiglia, mentre un’altra… sarà profondamente cambiata.

CV: Alain Voudì e Antonino Fazio nel loro stupendo Giorno Zero hanno creato la dottoressa Laura Calandra, una splendida antagonista per la mia Tea. E chi sono io per gettare al vento tutte le possibilità offerte da una coppia di personaggi come questa? Mi piacerebbe creare una sorta di scontro psicologico, fatto di mosse e contromosse, ma per far questo avrò bisogno di passare la selezione con un buon numero di racconti, cosa molto difficile, dato che la competizione è serratissima. Ma di certo non demordo.

Progetti per il futuro?

IT: Tantissimi. 

Mi piacerebbe continuare a seguire The Tube, ma dopo l’ultimo racconto che ho presentato parteciperò solo se avrò buone idee da proporre.

Ho terminato l’ennesima revisione di OSI, un thriller fantascientifico che ho scritto a quattro mani con Paolo Gurisatti e che ha impegnato più di tre anni della nostra vita. Spero che possa trovare la sua strada per arrivare al pubblico. Già appena nato ci ha dato molte soddisfazioni, classificandosi quinto su più di duemila manoscritti inediti alla prima edizione del concorso letterario Linguaggi Neokulturali, indetto dalla webzine Kultural, con una giuria tecnica di professionisti di alto livello.

Agli inizi del 2014 uscirà, per Nero Press, un romanzo horror per bambini per il quale ho realizzato le illustrazioni. È un progetto al quale sto ancora lavorando con l’autore del romanzo, Emanuele Corsi, molto impegnativo, ma che spero mi darà soddisfazioni. Mi piace l’idea di prendere per mano i piccoli e accompagnarli alla scoperta di questo genere letterario, affascinante come pochi.

Continuerò a scrivere horror, scegliendo fra la miriade di idee che la mia immaginazione partorisce ogni giorno. Ho già la mia preferita per un romanzo che cullo da tempo nei miei sogni a occhi aperti: ancora zombie, ma questa volta racconterò le cose dal loro punta di vista e sarà ancora più inquietante, perché non parlerò di contagi e orde di morti all’attacco, ma di un futuro possibile. Ho detto “sogni a occhi aperti” e non “incubi” perché a me le creature dell’orrore fanno simpatia: ho capito che l’incantesimo contro i veri mali della vita è trasferire le paure su carta. È liberatorio, dissacrante e divertente (spero non per chi legge, però!).

Vi ringrazio per questo spazio e per la simpatia e la gentilezza con cui mi avete accolto.

Un sorriso.

CV: Il diciassette dicembre è uscito il nuovo episodio della mia saga fantasy I Cento Blasoni: il Prezzo del Mercenario e spero di ottenere lo stesso successo conseguito con The Tube. Presto terminerò l'editing del mio romanzo steampunk intitolato Ultima: città delle contrade, in cui mi sono dilettato a rimaneggiare una tradizione del nostro paese: il Palio delle contrade. Incrocio le dita.

Grazie per lo spazio e l'attenzione che mi avete rivolto.