John Bennett dopo anni è di nuovo scapolo mentre Ted, il suo amico orsetto di peluche, è pronto per andare all’altare con la bionda Tami-Lynn. Dopo un anno di matrimonio però la coppia entra in crisi e decide di avere un figlio. Esclusa l’ipotesi dell’inseminazione artificiale Ted e Tami vogliono adottare un bambino ma ciò risulta inaspettatamente pericoloso poiché lo stato del Massachusetts sancisce che Ted non è un essere umano ma un bene, annullando persino il matrimonio e sconvolgendo la vita della coppia. John e il suo peluche si rivolgono allora a un avvocato di grido ma, essendo poveri in canna vengono assegnati alla neo laureata Samantha L. Jackson, ragazza carina e dal cuore d’oro che prende immediatamente a cuore il caso. Ma, a causa dell’eco che la notizia ha sui giornali, torna in scena anche Donny, smanioso come già in passato di impossessarsi di Ted.

Anche questo secondo capitolo che ha come protagonisti Mark Wahlberg e la sua controparte digitale Ted, è diretto e sceneggiato da Seth MacFarlane, uno che con I Griffin e American Dad!, ha fatto del politicamente scorretto il suo marchio di fabbrica. Ma se nelle due serie animate è soprattutto l’elemento surreale e di nonsense a renderle dei piccoli gioielli di comicità, sia nel primo capitolo ma soprattutto in questo Ted 2, a prevalere è più che altro il cattivo gusto, come nella scena del bong a forma di pene o nella gag dei campioni di sperma che cadono addosso a Mark Wahlberg. A parte il cameo di Liam Neeson dove interpreta una sorta di Bryan Mills della saga Taken, gli elementi destrutturati sono del tutto assenti. Ci sono diverse citazioni cinefile, dal cult del 1985 Breakfast Club, alla colonna sonora di Jurassic Park che entra liricamente in scena quando John, Ted e Samatha s’imbattono in un campo di marijuana, alla presenza come già nel primo capitolo di Sam J. Jones, il protagonista di Flash Gordon. Inoltre a certo punto i tre si ritrovano pure alla Comic-Con di New York, circondati da una miriade di nerd travestiti dai soliti personaggi di Star Trek, Star Wars, Doctor Who etc… Una scena non certo originale che punta su un ammiccamento al mondo degli appassionati di fantascienza decisamente già visto. Persino il messaggio più serio di cui comunque si fa portatore il film, ovvero quello sulla lotta per i diritti civili che riconoscano a Ted lo statuto di essere umano, è una fotocopia dell’episodio La misura di un uomo visto nella seconda stagione di Star Trek TNG. Vi è addirittura il medesimo passaggio con il quale l’accusa, in un primo momento, dimostra come l’androide/pupazzo sia una macchina e che quindi non abbia un’anima. 

Dieci e lode invece agli effetti speciali e a Mark Wahlberg davvero convincente anche in un ruolo comico.