In ossequio alla riscoperta del peplum degli ultimi anni, è arrivato anche il remake di Ben-Hur. Nella cultura popolare Ben-Hur più che essere associato al romanzo del 1880 di Lew Wallace, ormai di fatto un fuori diritti, è collegato praticamente da tutti al film del 1959 diretto da William Wyler con protagonista Charlton Heston, che all'epoca conquistò sia il botteghino che 11 Oscar.

I film mitologici stanno agli anni della Hollywood classica come i moderni film di supereroi stanno alla nostra epoca. Erano film di grande spettacolarità che facevano molta presa verso il pubblico, per realizzare i quali non si badava a spese. Tempi in cui stare più di tre ore al cinema era sinonimo di divertimento.

Il film di Wyler non era il primo adattamento del romanzo, e non è rimasto l'ultimo. Già prima di questa versione, nel 2010 era stata realizzata una miniserie televisiva, mentre un'altra produzione è approdata la scorsa estate sul mercato home video statunitense.

Jack Huston e Morgan Freeman in Ben-Hur
Jack Huston e Morgan Freeman in Ben-Hur

La storia è nota. Giuda Ben-Hur (Jack Huston) è un nobile giudeo nella Gerusalemme dominata dai romani, negli stessi anni in cui è vissuto Gesù Cristo (Rodrigo Santoro). Giuda e tutto il suo casato cadono in disgrazia quando vengono accusati di aver attentato alla vita del governatore Ponzio Pilato (Pilou Asbæk). Il giovane viene arrestato e condannato a fare il rematore nelle galee romane, la madre (Ayelet Zurer) e la sorella (Sofia Black D'Elia) imprigionate. Nulla può, anzi gli è controproducente, l'amicizia di lunga data con il romano Messala (Toby Kebbell) che, alla ricerca di prestigio nella società romana, è inflessibile nel condannare senza possibilità di appello l'amico d'infanzia.

Scampato a uno scontro navale, Ben-Hur (da qui in poi ometto il nome di battesimo Giuda, concedetemelo) ormai libero s'imbatte nello sceicco Ilderim (Morgan Freeman), per il quale diventerà conducente di quadrighe.

Come finirà lo sappiamo. Tornato a Gerusalemme, Ben-Hur sconfiggerà, nella scena madre della corsa delle quadrighe proprio Messala, compiendo la sua vendetta. In alcuni momenti della sua tragica storia Ben-Hur ha dei fugaci incontri con Gesù Cristo, momenti che suggellano i passaggi più drammatici. Sarà grazie all'esempio di Cristo e alla sua morte in croce che Ben-Hur troverà la sua ragione di essere nel perdono dei suoi nemici, nonostante tutte le sue traversie.

Rodrigo Santoro
Rodrigo Santoro

Il potenziale in termini di drammaticità e spettacolarità di questa storia è stato ben sfruttato in passato, ma più che interessarci a un confronto con il cinema di un'altra epoca, qui ci interessa valutare il risultato odierno per quello che è.

Siamo di fronte a un prodotto che sotto molti aspetti sembra una produzione amatoriale, la fan fiction della storia originale. Un film curato in un paio di scene sul fronte degli effetti speciali (anche se il 3D non sembra avere un motivo di essere neanche stavolta), ma dilettantantesco e raffazzonato su tutti gli altri punti di vista.

Neanche il suggestivo scenario materano, che "interpreta" ancora una volta la Galilea, salva la messa in scena di un film che accosta pacchianamente elementi assemblati come se si fosse rovistato dal robivecchi, con accostamenti anacronistici e del tutto irreali.

Dialoghi, sceneggiatura, inquadrature. Non si salva nulla in questo film, neanche la partitura professionale ma senza guizzi di Marco Beltrami.

Un film peggio che pessimo, totalmente inutile, che non vale non solo il prezzo di un biglietto, ma neanche il vostro tempo, qualora ve lo regalassero.