Cinque giorni fa il mondo dello spettacolo e i fan gli auguravano buon compleanno. Oggi lo salutiamo: Sir John Vincent Hurt se ne è andato.

Non è possibile definirlo con un solo aggettivo. Celebre? Brillante? Camaleontico? Carismatico? Istrionico? John Hurt è un po' tutto questo, e la sua complessa carriera cinematografica e teatrale (shakesperiana, ovviamente, come per ogni valido attore inglese) lo attesta. L'unico modo per rendergli onore è uno: recuperare quanti più film da lui interpretati e guardarli, forse con occhi nuovi, osservando la sua capacità di rendere credibili ruoli assolutamente contrastanti tra loro.

Sessant'anni di carriera, quattro BAFTA Awards su sette nomination, un Golden Globe nel 1979 (Fuga di mezzanotte), due nomination al Premio Oscar (Fuga di mezzanotte e The Elephant Man), e l'imperitura stima e affezione dei fan di tante generazioni: se i più piccoli lo hanno conosciuto come Olivander nella saga di Harry Potter, Trevor "Broom" Bruttenholm, il padre adottivo di Hellboy, o Harold Oxley in Indiana Jones e il teschio di cristallo, Hurt ha dato il volto a Winston Smith in Orwell 1984, è stato John Merrick in The Elephant Man e G. E. Kane nell'Alien di Ridley Scott del 1979.

Alcuni hanno avuto la fortuna di ascoltarlo come doppiatore nelle versioni originali de Il Signore degli anelli di Ralph Bakshi, Taron e la pentola magica, La collina dei conigli e negli ultimi anni Merlin (per la voce di Kilgharrah il Grande Drago). Last but not least, non avrebbe potuto mancare nella serie tv più longeva della televisione britannica, Doctor Who, in cui è stato guest star nel 2013: nel tredicesimo episodio della settima stagione, The Name of the Doctor, Hurt è The Doctor. Come sopra consigliato, per chi ancora non lo avesse visto il consiglio è di recuperare anche questa serie.

Sebbene nel 2015 avesse dichiarato di voler combattere con tutte le proprie forze il cancro al pancreas che lo aveva "catturato", purtroppo non è andata come tutti ci auguravamo. E allora mi piace pensare che negli ultimi istanti di vita salutò la morte come una vecchia amica e andò lieto con lei, congedandosi da questa vita da pari a pari.

In alto le bacchette.