La nave di Teseo è un romanzo scritto da V.M. Straka. Sul testo di Straka, scrittore che nessuno ha mai visto e di cui si hanno poche notizie certe e molte voci confuse e contraddittorie, F.X. Caldeira, il suo traduttore. O forse la reale identità di Straka, anche se non esistono prove definitive, in un caso o nell’altro. Il romanzo di Straka è stato pubblicato postumo da Caldeira nel 1949, con l’aggiunta di numerose note e la riorganizzazione della parte finale. Questo testo, ingiallito dal tempo, è finito nelle mani di una studentessa e di un ricercatore, che lo hanno anno annotato praticamente in ogni pagina indicando le loro ipotesi, narrandosi la loro storia personale e inserendo numerosi allegati quali cartoline, lettere, pagine di giornale e documenti vari attinenti alla vita di Straka.

S. La nave di Teseo di V.M. Straka, ideato da J.J. Abrams e scritto da Doug Dorst, è un romanzo che si legge su più livelli. Il primo livello è quello del romanzo di Straka, la storia di S., un uomo che non ricorda più il suo passato, cerca la sua identità e si trova coinvolto in una vicenda di lotte, rivolte sociali e omicidi che si protrae per parecchi anni. Il secondo livello e quello del testo curato da Caldeira, il romanzo di Straka su cui Caldeira ha inserito le note cercando di spiegare l’opera e forse inserendo messaggi cifrati. Il terzo è quello di Eric e Jennifer, i due lettori che vorrebbero scoprire chi si celava dietro la figura dello scrittore maledetto Straka, fare luce sulle sue vicende personali, e portare avanti le loro ricerche nonostante le difficoltà procurate loro da altri studiosi privi di scrupoli.

Il libro in sé è affascinante, la carta appositamente ingiallita e i numerosi inserti – che richiedono di maneggiare il libro con molta cautela per non rischiare di farli scivolare via dalla giusta collocazione – rendono il suo aspetto prezioso e giustificano il prezzo elevato. Il continuo dialogo fra le pagine dona un effetto molto particolare, un po’ disorientante a volte ma piacevole a livello visivo, e capace di creare un controcanto perfetto fra le parole del romanzo base e la vicenda che Eric e Jen stanno vivendo. Malgrado l’apprezzamento per la realizzazione di un libro difficile, però, l’opera non convince del tutto e non riesce a mascherare i suo essere un prodotto costruito a tavolino.

Il fatto che le parole di Straka si rispecchino nella realtà dei lettori le prime volte affascina, ma dopo un po’ appare artificiale e con una corrispondenza tanto puntuale da sfidare ogni legge di probabilità. La storia base contiene una certa dose di mistero e in alcuni punti anche di tensione ma, frammentata dai continui inserti posteriori, non riesce mai a coinvolgere davvero. La maschera che separa il lettore dalla storia che sta leggendo c’è ed è fin troppo evidente. Le aggiunte di Caldeira sembrano prive di importanza, troppo cervellotiche in alcuni casi e troppo slegate fra loro, e quindi dimenticabili, in altri, anche perché la loro stessa natura frammentaria le fa sfumare dietro le più evidenti vicende del romanzo che commentano e dei lettori che leggono i commenti. E poi ci sono Eric e Jen.

Se un dialogo come quello che portano avanti, di continue botte e risposte, avrebbe senso se fosse portato avanti tramite una tastiera – di un computer o di un cellulare poco importa – il senso sparisce quando l’intermediario fra i due è un libro stampato. Nella realtà il gesto di doversi passare il libro prima di ricevere e poi inviare una nuova risposta – senza che i personaggi si incontrino fisicamente per parecchio tempo – toglierebbe ogni immediatezza al dialogo e renderebbe la conversazione lunghissima. Inoltre il libro, depositato ogni volta in biblioteca, potrebbe essere preso e letto da qualcun altro, con conseguente rischio di interruzione del dialogo e della scoperta della conversazione da parte di estranei.

Togliendo l’espediente narrativo del passaggio del libro, che dona al volume il suo aspetto così caratteristico, l’intera vicenda di Eric e Jennifer crolla, lasciando il peso di reggere la storia ai primi due livelli di lettura. Livelli che, da soli, non bastano. Abrams e Dorst hanno realizzato un libro complicato e affascinante, il cui valore però si trova più nel suo aspetto di curiosità collezionistica che nella sua qualità letteraria.