Sono molti i libri, i videogame, i film che sono stati dedicati a quegli esseri immortali noti come vampiri. Tra questi, solamente una frazione si è attardata ad approfondire la percezione del tempo nella prospettiva vampirica, ancor meno hanno sondato come le memorie di queste creature siano condannate a un lento e inesorabile oblio. Il game designer Tim Hutchings ha deciso di risolvere questo torto e con il suo Thousand Year Old Vampire pone l’atto del ricordare al centro di meccaniche ludiche veloci e immediate.

Ambientazione

Che il protagonista viva nell’antica Roma, nel periodo più florido della Serenissima di Venezia o nelle paludi precoloniali della Louisiana, egli è comunque un normale essere umano. La sua vita è arricchita da una serie di rapporti cari, da qualche possedimento e da consuetudini che sono ormai divenute parte integrante della normalità. Tutto cambia quando la sua strada incrocia quella di un vampiro secolare.

Sopravvissuto al suo attacco, il personaggio si trova cambiato, mutato, mostruoso. L’incontro ha lasciato sulle sue carni profondi segni e la sua gola è riarsa dalla sete di sangue. Ora è divenuto un vampiro e la sua maledizione lo obbligherà a calcare la terra per secoli, se non addirittura per millenni.

Nonostante l'immortalità, o forse proprio per colpa di questa, la non-vita inizierà a scivolargli addosso: le cose che prima avrebbe reputato di vitale importanza si svuotano di senso e le persone non diventano che pedine di un interminabile gioco. Più passerà il tempo e meno sarà umano.

Sistema di gioco

Tra gioco di ruolo in solitaria e librogioco, Thousand Year Old Vampire propone una serie continua di Stimoli narrativi atti a strutturare una trama complessa e sfaccettata. Creato il proprio protagonista, improvvisamente ci si troverà ad avere a che fare con imprevisti dettati dal manuale, ovvero si dovranno sviluppare a piacimento tutta una serie di spunti molto essenziali, ricamandovi attorno una narrazione coesa. Una volta concluso uno Stimolo, questi si aggiunge alle Esperienze del vampiro, quindi si lanciano i dadi per stabilire casualmente con quale nuovo Stimolo dovrà confrontarsi il giocatore.

Il lancio è composto da un dado a dieci facce al cui risultato si sottrae l’esito di un dado da sei o, in alternativa, si può sostituire il tiro puntando casualmente la punta di una matita sulla tabella numerica stampata nell'appendice del tomo. In ogni caso, il numero ottenuto, che può anche essere negativo, indica dove trovare lo stralcio di trama con cui far avanzare l'intreccio.

Come abbiamo detto, gli Stimoli diventano Esperienze, ma le Esperienze, una volta accumulate, diventano a loro volta Memorie. Si possono avere fino a cinque Memorie, ognuna composta da tre Esperienze che si concatenano fino a creare un piccolo arco narrativo.Non si possono avere più di cinque Memorie e nessuna di queste può superare le tre Esperienze: questo vuol dire che prima o poi i giocatori saranno costretti a decidere quali siano le Memorie meno vitali al proprio vampiro, così da lasciarle sbiadire nelle nebbie del tempo e offrire spazio agli avvenimenti più recenti.

Regole opzionali poste in coda al manuale offrono la possibilità di giocare il titolo coinvolgendo più giocatori. Questa modalità è ben accolta e, con il gruppo giusto, potenzialmente anche molto divertente, ma è inutile negarlo: il gioco è stato pensato per essere fruito in autonomia, se non altro perché ogni giocatore dovrebbe prendersi tutto il tempo necessario a immergersi nell'esperienza.

Un gioco come pochi altri

Chi si trova a imboccare le avventure di Thousand Year Old Vampire si trova, di fatto, ad autogestirsi. Tanto più tempo ed energie si è pronti a investire nel titolo, tanto più l’esperienza di gioco sarà appagante. Il manuale offre in appendice una sintetica scheda di gioco, scheda di cui lo stesso autore sconsiglia l’utilizzo, posizione che sono pronto a sottoscrivere.

Per immergersi al meglio in questo GdR è necessario abbandonarsi totalmente alla grafomania, a quel genere di sfoghi autoriali che solitamente accompagnano gli autori di romanzi. Si recupera un quaderno vergine o si apre un nuovo file di testo, quindi si inizia a gettare nero su bianco una storia che potrebbe riempire di inchiostro decine e decine di pagine. La quantità di dettagli da riportare nelle proprie partite è altresí dipendente dalle preferenze dei singoli giocatori e l'intensità narrativa può variare, ma anche applicando immensi sforzi di sintesi, risulterà difficile racchiudere l'intera partita in un singolo foglio A4.

Il manuale

La versione di Thousand Year Old Vampire qui recensita è in formato digitale (tra le altre, il PDF può essere scaricato gratuitamente da tutti direttamente dalla pagina Itch dell’autore), ma il titolo è stato distribuito fisicamente in due edizioni distinte: quella statunitense, squisitamente opulenta e tracotante, e quella europea, un print-on-demand identico nel contenuto, ma decisamente low-budget.

Considerando la cura maniacale riposta nel particolareggiare il tomo, nonché tenendo di conto che il gioco preveda di sfogliare il manuale con una frequenza disarmante, l’acquisto della versione cartacea è assolutamente raccomandato. I collezionisti più feticisti vorranno mettere le mani sulla pregiata stampa americana, tutti gli altri potrebbero invece preferire l'attesa dell’eventuale pubblicazione italiana in mano a Narrativa

Con le fiere del settore che si ridimensionano per garantire la sicurezza sanitaria e le filiere produttive ancora ingolfate dalla pandemia, non ci sono ancora certezze sulla data ufficiale del lancio, ma il prodotto dovrebbe essere commercializzato entro l’autunno prossimo venturo. L’editore ha lasciato trapelare solamente una fugace anticipazione: “non ci saranno due copie del libro uguali”.

Tra le pagine del libro è possibile trovare le regole del gioco, una nutrita quantità di Stimoli con cui portare avanti le proprie partite, una miriade di illustrazioni che mimano ed estremizzano una serie di archetipi legati ai diari personali e una serie di appendici assolutamente opzionali, ma che concedono nuove opportunità ludiche od offrono una spaccato sulla genesi autoriale del prodotto.

Conclusioni

Thousand Year Old Vampire offre una gamma di atteggiamenti ludici radicalmente differenti e che variano da giocatore a giocatore, ma un tipo di utenza è sicuramente più avvantaggiata nel godere dell’esperienza: gli amanti dello storytelling. Se in voi esiste anche la più remota vena autoriale, il manuale vi offrirà ore, giorni e settimane di potenziali partite ininterrotte.

Tanto più ci si abbandona, tanto più il titolo si dimostra piacevole e fertile, utile per esercitare la propria creatività e, in alcuni casi, anche la propria empatia. Thousand Year Old Vampire è un addestramento stilistico sotto mentite spoglie, una facezia che impone ai suoi lettori di riflettere seriamente su quale sia il senso dell’identità ed evidenzia quanto siano malleabili i valori sociali e interpersonali. È una “trappola” che, con la scusa del gioco, spinge a pensare alle dinamiche stesse della vita umana.