Il respiro della foresta è il frutto di un lungo lavoro del regista Jin Huaqing, che ha vissuto a stratto contato con le monache tibetane del Monastero Yarchen, filmando alcuni dei momenti caratteristici della loro esistenza monastica.

Il ritiro dei cento giorni, durante il quale le monache si rinchiudono in piccole capanne di legno che ricoprono l'altipiano del Tibet. Momenti di riflessione, di preghiera, di vita e di morte, come la sepoltura celeste.

Il respiro della foresta
Il respiro della foresta

Gradualmente la camera viene accolta nella vita di queste donne, che interagiscono tra loro e con i guru mettendosi continuamente in discussione sui temi dell'esistenza.

L'osservazione soggettiva della camera sembra mostrarci un contesto di gioia, ma anche di sofferenza per le avverse condizioni. I paesaggi maestosi del Tibet sono anche profondamente ostili.

La "vicenda", se di storia si può parlare in un documentario, ci porta fino al momento in cui le autorità cinesi sciolgono il monastero.

Il respiro della foresta
Il respiro della foresta

La domanda che sorge come spettatore è se veramente il punto di vista sia equidistante, e non si sia posto al servizio della tesi di chi ha sciolto il monastero.

Cosa abbiamo visto? Un documentario sulle vessazioni che sono state condotte su 20000 donne nel nome della fede, oppure l'affettuoso ricordo di una comunità che ora si trova dispersa nel mondo secolare, sconosciuto a donne che sono entrate nella vita monastica da bambine.

Il respiro della foresta
Il respiro della foresta

In tutta onestà, lo sguardo analitico ed elegante Jin Huaqing apre più interrogativi di quanti ne risponda. Forse è giusto così, di certo è una spinta a vedere il documentario per riflettere.