Vive sotto il Giappone il pesce gatto che dà il titolo al romanzo, e sono i suoi movimenti a scuotere la terra e a provocare i terremoti. Sora odia quel pesce gatto: quando era bambina, una scossa più forte di qualunque altra ha colpito il paese. Una scossa così forte da aprire crepe non solo nel suolo, ma anche nel tempo. E in quelle fenditure molte persone sono scomparse. Tra loro Nozomi, la madre di Sora.

Da anni, il Giappone si sta adattando a vivere a velocità diverse: zone in cui il tempo scorre più lento, perfette per la frenesia degli abitanti ricchi di Tokyo, zone in cui il tempo scorre più veloce, zone in cui nessun essere umano può resistere, perché il corpo non è in grado di gestire lo scarto con il tempo normale. Zone in cui è proibito introdursi, perché alcuni di quelli che sono entrati non sono più tornati.

Sora e suo padre sono attratti da queste zone come falene. Perché i corpi delle persone scomparse durante il terremoto non sono mai stati trovati, ed esiste anche se remota la possibilità che da qualche parte qualcuno sia ancora vivo. Sora ne è convinta: la città di campagna in cui vive si sta svuotando (troppo difficile vivere al crocevia tra molte zone temporali), ma lei non può lasciare la sua casa, anche ora che si è diplomata e il suo unico amico, Koki, andrà all'università. Sora cerca persone, e risposte, e si prende cura di un padre incapace di prendersi cura di lei. 

Catfish Rolling è un romanzo che ha tantissimo da dire al lettore: è la storia di formazione di una ragazza incapace di gestire il lutto di una morte che non è una morte, di una madre scomparsa che potrebbe essere nascosta da qualche parte tra le pieghe del tempo, e di un padre che ha smesso di essere un padre, quando Sora ha dovuto imparare a tenerlo lontano dalle bottiglie di birra. Il viaggio di Sora inizia con il rituale che segna il passaggio dall'adolescenza all'età adulta, il diploma, un rituale che per Sora è vuoto, perché la scuola è l'ultimo dei suoi problemi, e la sua vita scorre a velocità diverse, non solo in senso figurato, rispetto a quello dei suoi coetanei.

Catfish Rolling è un romanzo che ci parla di Giappone, del rapporto dei giapponesi con la natura, con la religione, con i demoni e con gli dei che popolano città e campagne. Clara Kumagai accompagna anche i lettori inesperti nel mondo dalle tinte fiabesche del Giappone rurale e cittadino, fino al cuore di Tokyo. Non a caso i titoli dei capitoli sono presi da due calendari giapponesi, strettamente legati al tempo della natura: una natura il cui rapporto con il tempo è continuamente ripreso per tutto il romanzo. E infatti Sora passa buona parte del libro con vasi di fiori o di piante in mano. Ma Sora è giapponese solo per metà, e prima del terremoto ha vissuto soprattutto in Canada, terra di origine del padre. Anche questo aspetto si nasconde tra le righe del romanzo: la difficoltà di una ragazza giapponese solo in parte di essere accettata nella provincia rurale in cui Sora cresce.

Una delle pagine interne: i nomi dei capitoli sono tratti dai calendari giapponesi
Una delle pagine interne: i nomi dei capitoli sono tratti dai calendari giapponesi

Ma, soprattutto, Catfish Rolling ci parla di tempo. Il concept alla base del romanzo è molto forte, e molto attuale: il tempo che si spezza con il terremoto è il tempo relativo del Novecento. Non esiste mai un tempo assoluto: il romanzo trabocca di orologi, che ci possono rivelare però una sola realtà, e cioè che per ognuno di noi esiste un tempo proprio, personale, che differisce in qualche modo da quello degli altri. Certo il concetto è portato all'estremo: in alcune zone i ciliegi sono in fiore mentre altrove è estate, o inverno. Il tempo per gli uomini è un bene prezioso: per questo le zone a tempo lento sono ormai colonizzate dai ricchi, e quelle a tempo veloce sono abbandonate, o abitate da chi non ha abbastanza denaro per andarsene. I corpi umani, troppo veloci, troppo effimeri, non sono fatti per adattarsi a un tempo che scorre in maniera diversa: gli uomini che attraversano troppe zone si caricano, come particelle magnetiche, di tempo troppo o troppo poco veloce. Ed esiste un'altra forma di tempo, il tempo del ricordo, di chi non riesce ad accettare il presente e vive nel ricordo del passato. 

Quasi ogni capitolo è scandito in due dimensioni temporali: un presente, raccontato al tempo presente, e il passato del ricordo, raccontato al passato. La cura per l'aspetto formale è evidente, e la scelta narrativa obbligata: vediamo la vicenda attraverso la prospettiva di Sora, e la scelta di una narrazione prevalente al presente è determinata proprio dalla riflessione continua sullo scorrere del tempo, e della necessità di Sora di vivere in un presente che è proprio solo di lei, scandito dall'orologio della madre, le cui lancette si spostano a volte troppo veloci, a volte troppo lente. C'è anche questo, in Catfish Rolling: la consapevolezza che lo scorrere del tempo è soggettivo perché è il tempo della coscienza quello che l'uomo percepisce.

Il romanzo può essere quindi letto a molti livelli: la storia di formazione, resa più intensa dall'iperbolica situazione in cui Sora si trova a vivere, la storia di una ragazza che fatica ad accettarsi e a farsi accettare, perché vive da sempre tra due mondi, e forse per questo è più abile di altri nel percepire gli slittamenti di tempo. Una fiaba giapponese, in cui il folklore locale si infiltra nella narrazione fantastica, fino a farci dubitare di quali elementi siano solo nella mente di Sora, e di quali siano reali nella narrazione: esiste davvero questo pesce gatto che si dibatte sotto le isole giapponesi? E le ombre che infestano le zone sono divinità, o solo ombre generate dal desiderio che i morti ritornino? Una riflessione sul tempo, mai banale e scontata, e sul rapporto dell'uomo con la natura: gli alberi tanto cari alla madre di Sora, e in realtà a tutti gli adulti che ruotano attorno a Sora.

La quarta di copertina. La foto che ritrae Clara Kumagai è di David Byrne
La quarta di copertina. La foto che ritrae Clara Kumagai è di David Byrne

Un volume autoconclusivo, che cattura il lettore e lo porta a mettere in discussione una delle categorie su cui fondiamo la nostra stessa esistenza, con uno stile rapido e asciutto, che non si perde mai in dettagli inutili. Personaggi chiari, ben delineati, che arrivano al cuore. Un high concept che non tradisce le promesse iniziali. Un ottimo esordio per Clara Kumagai, in lizza con questo romanzo per la YOTO Carnegie Medal, e già inserito nell'elenco dei migliori romanzi del 2023 di Waterstones.