Nel mondo dei babbani fanno irruzione due Dissennatori, inviati non si sa da chi, col chiaro intento di colpire Harry Potter. Questi è costretto, per difendere il cugino e se stesso, a evocare il suo Patronum, a infrangere quindi il divieto di usare la magia nel mondo delle persone ‘normali’.

L’episodio innesca una serie di eventi che porteranno Harry nella sede di un’associazione segreta, l’Ordine della Fenice, che già durante la prima guerra aveva combattuto contro Voldemort; nella sede del Ministero della Magia, per sostenere un processo da imputato; a Hogwarts insieme a Ron e Hermione, dove lo aspettano diverse novità, prima fra tutte la nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, la professoressa Umbridge.

Non e’ possibile dire molto altro, senza togliere il gusto di scoprire la sorte del giovane mago pagina dopo pagina. Riportiamo solo la profezia fatta dalla Cooman l’anno della nascita di Harry

“Il solo in grado di sconfiggere il Signore Oscuro si sta avvicinando; nato da coloro che per tre volte l’hanno sfidato, quando il settimo mese muore... e il Signore Oscuro lo marchierà come suo pari, ma lui possiederà un potere che il Signore Oscuro non conosce... uno dei due dovrà morire per mano dell’altro perché nessuno dei due potrà vivere se l’altro sopravvive... colui che ha il potere di sconfiggere l’Oscuro Signore nascerà quando il settime mese muore”

Che lascia intendere quanto imminente sia lo scontro finale tra Harry e Voltemort (non avrete pensato che si concludesse in questo volume?)

Parlare dei meriti di Harry Potter sarebbe solo banale. Molti hanno già anticipato i continui colpi di scena; noi preferiamo parlarvi, pur consigliando la lettura, delle cose che non ci sono piaciute.

Il nuovo romanzo della Rowling, il quinto delle serie, sarà forse una delusione per molti lettori, anche tra i più affezionati. Parecchi infatti, come è capitato a chi scrive, non riusciranno ad accettare fino in fondo la crescita fisica e psicologica del protagonista e di quanti lo circondano.

Anche nello stile molte cose sembrano cambiate: a volte si ha la sensazione che l’autrice scriva “a cottimo”, dilungandosi in descrizioni di luoghi e personaggi senza che se ne intraveda la reale necessità. Interi capitoli scorrono senza che accada nulla d’importante ai fini dello sviluppo. Certo, sono pagine divertenti in sé e per sé (come il sempre maggior spazio che il signor “pazzerello Weasley” si sta ritagliando) e non commetteremo l’errore di rivelarne il contenuto per rispetto nei confronti dei futuri lettori, ma possiamo dirvi che a nostro giudizio sono un po’ troppo diluite nell’arco della narrazione.

Sembra, inoltre, anche se non lo si può considerare un peccato mortale, che in alcuni passaggi, l’autrice abbia tratto ispirazione da atmosfere, situazioni e personaggi tolkieniani (a voi trovare quali). Abbiamo creduto di rilevare anche un richiamo ai protagonisti del vecchio romanzo umoristico-infantile Citty Citty Bang Bang di Sir Ian Fleming.

Indubbiamente l’abilissima traduttrice italiana riuscirà a far piazza pulita di lungaggini e di neologismi che sanno di Lewis Carroll - a volte sembra di aggirarsi nel paesaggio di Alice attraverso lo specchio - e che non si possono rendere alla lettera.

Chi non è digiuno di cinema, inoltre, noterà un notevole ricorso agli 'effetti speciali”' quasi che l’autrice abbia fatto attenzione alla sicura trasposizione cinematografica, che fra tre anni troveremo puntuale sul grande schermo, piuttosto che ai canoni letterari.

Il maggior pregio del libro è comunque rappresentato dall’amarezza di fondo e dal nuovo, disincantato sguardo sulle cose del mondo (dei babbani e no).

La bassezza del mondo degli adulti, la 'politica', fa prepotente ingresso nel mondo degli incantesimi. Molte delle scoperte di Harry, soprattutto riguardo al passato della sua famiglia, non saranno piacevoli, e Hogwarts stessa non si dimostrerà più l’approdo sicuro che è sempre stata.

Positivo è l’incontro dei protagonisti con l’eros, descritto da chi indubbiamente sa che cosa possa agitarsi nell’intimo di un adolescente alla scoperta dell’amore.

Come al solito, molto abilmente, l’autrice dissemina l’opera di indizi e di situazioni che ammiccano senza concludere, e il cui sviluppo, pensiamo, avverrà nei prossimi due libri previsti.