La trama.

L’occupazione di Anita Blake è anomala: risvegliante, ossia riportare in vita i morti dietro compenso. L'attività sembra essere di gran moda nel mondo immaginato da Laurell K. Hamilton, mondo popolato da vampiri, licantopi (no, non è un errore ma un neologismo coniato dal recensore: con quale altro nome chiamereste dei topi mannari?), zombi e altre creature della notte. Una serie di delitti sconvolge la comunità dei vampiri, perfettamente integrata nella società, che recluta Anita contro la sua volontà per trovare il responsabile. Anita deve affrontare una serie di prove e nemici, fra i quali anche coloro che l'hanno reclutata, per raggiungere i propri obiettivi.

L’impressione dopo la lettura di dieci pagine.

I vampiri riconosciuti come persone giuridiche e integrati nella società. Idea interessante. La narrazione procede in prima persona, in modo che il lettore s’immedesimi nella protagonista e condivida con lei ogni pensiero, che sia egli stesso l’investigatore incaricato di scoprire l’identità dell’assassino di vampiri. Noto qualche incertezza stilistica e mi chiedo se ci siano responsabilità del traduttore.

L’impressione dopo la lettura di cento pagine.

Il libro sembra un esempio di come si possano rovinare idee con buone potenzialità. L’empatia con il protagonista è lontana anni luce e continuamente mi chiedo se davvero in situazioni simili reagirei in modi così improbabili e scioccherelli (in fuga da un terribile vampiro che fa di tutto per vendicarsi, la nostra eroina si trova la strada sbarrata da un altro vampiro nerboruto e gli chiede: “Cristo… Quanto sollevi su panca?”).

L’impressione dopo la lettura di duecentocinquanta pagine.

È da un po’ che mi chiedo se sia onesto recensire un libro senza averlo letto per intero. Sono certo che qualsiasi cosa legga, il libro non possa dirmi più di quanto non abbia già fatto (e non possa risollevarsi…). E’ una discussione già affrontata con il responsabile della sezione narrativa, e purtroppo conosco l’onesta risposta.

La lettura è finita, il giudizio non cambia. Trovo la scrittura poco professionale, la storia inesistente (a malapena c’è materiale per ricavarne un racconto), il giallo privo di qualsiasi attrattiva.

Nodo di sangue non finirà impacchettato per un compleanno o per le prossime feste natalizie, è certo.