Il tragitto, senza cambi intermedi, richiederebbe circa tre ore e mezza. Ma il treno su cui si trova ha problemi meccanici e la durata del viaggio si allunga inesorabilmente. Che noia! Come ingannare l’imprevisto? Guardando fuori dal finestrino, Joanne vede uno scorcio della campagna inglese con le mucche al pascolo. In quel preciso momento, come la saetta che fregia la fronte di quel maghetto che farà la sua fortuna, la visione di Harry Potter le balena alla mente. Il ragazzo arriva nella sua testa completamente formato, con la sua zazzera disordinata, gli occhialini tondi e la ben nota cicatrice. Assieme a lui, una quantità di particolari iniziano ad affollarsi nel cervello dell’annoiata viaggiatrice: una strana Scuola di Magia nascosta in un maniero in un angolo remoto della Scozia, un Custode delle sue Chiavi e dei suoi Luoghi, un dispettoso poltergeist e un fantasma ‘quasi senza testa’ che infestano il castello, gli amici del cuore di quello strano maghetto occhialuto. E poi, come se si trattasse di un piccolo giallo di cui è necessario costruire, a ritroso, lo svolgimento, le piombano addosso tanti misteri da scoprire: perché il ragazzo è orfano? Perché ha quel bizzarro segno impresso sulla fronte? Perché non sa di essere un mago? Le idee, ubbidienti al comando della pianta, hanno iniziato il proprio lavoro e continuano ad affluire senza posa. E le corolle magiche stanno finalmente sbocciando in un tripudio di colori e di profumi. Joanne, dalla propria dimensione babbana, non le può certo vedere ma, in qualche modo, le avverte dentro di sé attraverso gli invisibili canali delle emozioni e capisce subito di avere a che fare con qualcosa di straordinario: “Ho avuto una reazione fisica, un vasto afflusso di adrenalina, che è sempre indice del fatto che hai avuto una buona idea”, commenterà in seguito la scrittrice ripensando a quell’insolito pomeriggio d’estate del 1990. “Non l’avevo mai provato in maniera così massiccia prima di allora”.Normalmente, Joanne porta sempre con sé una biro. Tutti gli scrittori o gli aspiranti tali lo fanno. Quel giorno, però, non riesce a trovarne una che scriva, ed è troppo timida per chiedere un prestito agli altri passeggeri. Così, è costretta ad abbandonarsi completamente alle fantasticherie che, come fuochi d’artificio, continuano a esploderle nella mente, elaborandole senza poterle fissare su carta. “Mentre l’idea della mia vita mi frullava in testa, invece di scrivere ho dovuto pensare”, spiega ancora la Rowling. “Ed è stata una buona cosa. Se il tutto non fosse sopravvissuto a quel viaggio in treno, voleva dire che non valeva la pena ricordarlo”.Quando finalmente giunge a casa, Joanne si butta ad appuntare su un notes, seppure in maniera disordinata, quella miriade di informazioni che ha rimuginato, chiedendosi con un pizzico di rammarico quanti particolari, nel frattempo, siano svaniti dalla memoria. Rievoca un’enorme scuola, ordinata ma piena di pericoli, stila un elenco delle magiche materie d’insegnamento, cerca dei nomi appropriati per i personaggi che ha ‘visto’ sul treno e, in mezzo a tutto questo, raggiunge una fondamentale consapevolezza: per raccontare questa fantastica storia ci sarà bisogno di ben sette libri. “So che è straordinariamente arrogante, per una persona che non è mai stata pubblicata”, commenta la scrittrice di fronte al proposito di sfornare tutti quei volumi, “ma questo è ciò che ho pensato”.

Ma perché proprio sette? Perché usare un numero così denso di mistica, dal momento che è simbolicamente collegato alla conoscenza interiore e alla connessione spirituale con il divino? È la stessa autrice a spiegarlo, fornendo una motivazione un po’ più prosaica: “Per parecchie ragioni, ma suppongo che la principale sia che la mia scuola secondaria contemplava sette anni. Questo è più o meno lo standard, in Inghilterra. Sette è anche un numero magico. Volevo che (Harry) arrivasse a 17 anni. Sembra proprio una bella età per un mago, per diventare grandi. Perciò questo significava sette libri e sette anni della sua vita. Inoltre, ci vorranno sette anni per Harry prima che arrivi al punto di dover fronteggiare… Uhm, non posso dirlo. Ma nel settimo libro c’è un grosso climax in arrivo, e ci vorrà quel numero di libri per giungere lì”.