Joanne trascorre anche molto tempo a creare le regole di quel mondo magico che si va dipanando nella sua testa: “Dovevo inventare i diversi modi in cui i maghi compiono certe cose”, spiegherà più tardi alla stampa. Dimostrazioni di questa meravigliosa creatività sono, per esempio, le invenzioni quali la metropolvere e il quidditch, rispettivamente il sistema per viaggiare attraverso i camini e lo sport magico più popolare.La ragazza accumula appunti, frammenti di trama, informazioni dettagliate sulla storia dei suoi personaggi: “Io devo sapere molte più cose perché sono io che muovo i personaggi sulla pagina. Il lettore non ha bisogno di saperle, ma io sì”.Rivelando un talento anche per il disegno, traccia persino degli schizzi, molto riusciti, dei protagonisti della saga. Alcuni di essi, come Pix, Nick Quasi-Senza-Testa, Harry, Ron, Hermione, Neville e il Cappello Parlante sono visibili sul suo sito (www.jkrowling.co.uk), una volta che il navigatore abbia dato prova di saper superare certi ostacoli ‘magici’. Altri, come il viaggio nei sotterranei della Banca Gringott, l’episodio dello specchio delle brame, o semplici ritratti dei professori di Hogwarts, sono stati mostrati dalla Rowling in un documentario andato in onda il 28 dicembre 2001 alla BBC, e sono ancora rintracciabili su Internet, se si è disposti a spendere un po’ di tempo e di pazienza per cercarli.

I fogli che raccolgono tutto questo minuzioso e prezioso lavoro di scritto e di grafica vengono dapprima conservati in una scatola. Ma col passare del tempo le scatole si moltiplicano e seguono la proprietaria attraverso le tumultuose vicende personali. Commentando lo schizzo del fantasma di Grifondoro, in uno degli Attestati che è possibile conseguire giocando sul suo sito, l’autrice fa notare che “le macchie di tè e le spiegazzature testimoniano il fatto che questo disegno ha viaggiato con me dal Portogallo alla Scozia ed è sopravvissuto a otto traslochi. E anche il fatto che tendo a non archiviare bene le cose e che rovescio molte bevande”.

Perché quei fogli hanno viaggiato dal Portogallo alla Scozia? La risposta è che l’unione dei coniugi Arantes dura solo 13 mesi, durante i quali Joanne dà alla luce, nel luglio 1993, una bambina che chiama Jessica Isabel. Una sera di novembre del 1993, dopo l’ennesimo litigio, a seguito del quale Jeorge schiaffeggia la moglie e la sbatte letteralmente fuori di casa, quest’ultima capisce che il Portogallo non ha più nulla da offrirle. La mattina seguente, accompagnata da un’amica e dalla polizia, recupera la bimba, impacchetta le sue cose e, dopo aver trascorso un paio di settimane presso amici, prende il volo alla volta della Gran Bretagna. In valigia porta con sé dieci capitoli, seppure grezzi, della Pietra Filosofale, tra cui i primi tre nella forma quasi definitiva e il famoso capitolo sullo specchio delle brame.

Giunta nel Paese natio, dati i rapporti ancora tesi con il padre, l’unico luogo dove Joanne può riparare è Edimburgo, dove vive la sorella. Dopo alcune settimane trascorse a casa di quest’ultima, i servizi sociali le trovano una sistemazione in un piccolo appartamento al numero 28 di Gardner’s Crescent. Joanne, disoccupata e senza conoscenze locali all’infuori della sorella e del cognato, provata dalla fallimentare esperienza matrimoniale e atterrita dalla prospettiva di vivere con le 278 sterline al mese (poco più di 400 euro) del sussidio statale, inizia ben presto a detestare quell’appartamento minuscolo e infestato dai topi. Forse la somiglianza, in parte terminologica e in parte ‘botanica’, di quell’indirizzo col nome di una delle vie del quartiere in cui Harry vive intrappolato con i Dursley (Magnolia Crescent) non è casuale. Madre e bimba se la passano veramente male: “Non voglio drammatizzare”, dichiarerà la scrittrice, nel 1997, all’Electronic Telegraph, “ma c’erano sere in cui, benché Jessica avesse da mangiare, io non ne avevo”.

Lo Scotsman riporta che quel Natale la ragazza riceve in regalo l’album dei REM Automatic For The People, il lavoro più cupo e ombroso del gruppo, il cui tema principale è la morte. Non sorprende allora che in quel periodo nell’appartamento di Gardner’s Crescent risuonino incessantemente, come un’ossessione, le note del brano Everybody Hurts, il cui testo armonizza così bene con lo stato d’animo corrente della sua occupante: “Se sei da solo in questa vita i giorni e le notti sono lunghe/Quando pensi di averne avuto abbastanza di questa vita per andare avanti/ Beh, tutti stanno male, ogni tanto tutti piangono…”. A prima vista nichilista, la lirica contiene però un ripetuto invito a tenere duro e forse Joanne, ormai al colmo della depressione (che più tardi sfocerà nella potente creazione dei dissennatori di Azkaban), si aggrappa inconsciamente a quel monito lanciato dalla voce di Michael Stipe per conservare un fondamento di speranza che le consenta di risalire, in qualche modo, la china.