Uno dei locali prediletti da Joanne per la stesura della Pietra Filosofale è l’Elephant House, le cui finestre danno sul poco distante cimitero di Greyfriars, forse ispiratore, assieme a quello dietro la sua casa d’infanzia a Tutshill, di quel misterioso cimitero di Hogwarts di cui la Rowling ha favoleggiato nell’intervista sul DVD del Prigioniero di Azkaban. Quando suo cognato apre un proprio locale, il Nicolson’s (tuttora meta del pellegrinaggio dei fan nonostante sia stato ormai rimpiazzato da un ristorante cinese, il Buffet King), Joanne elegge quest’ultimo a meta quasi esclusiva. Non è facile da raggiungere, perché dista mezzo miglio da casa. Inoltre ha, come ingresso, una gradinata di venti scalini che non è propriamente una comodità per una donna con un passeggino e una bimba in braccio. Ma Joanne sa che lì nessuno la guarda male se occupa un tavolo per ore, ordinando solamente un caffè e un bicchiere d’acqua.Mentre è intenta al suo lavoro, la ragazza riesce letteralmente a perdersi nel mondo incantato di Harry e a dimenticare momentaneamente le difficoltà in cui si dibatte la propria vita. “Scrissi per proteggere la mia sanità mentale”, rievoca. “[…] È un libro di fuga e, scrivendolo, mi rifugiavo in esso”.Si tratta di una magia che, sebbene esercitata per poche ore al giorno, dispiega un benefico effetto sulla sua mente, da troppo tempo affaticata dalle preoccupazioni, e che contribuisce anche a dare alla giovane qualche ispirazione da usare nel mondo reale. Così Joanne trova dapprima un lavoro part time come segretaria, ma inizia anche a far progetti per un lavoro a tempo pieno. È l’agosto del 1995 quando per migliorare le proprie referenze decide di iscriversi, grazie a un altro prestito di generosi amici, a un corso in lingue post laurea presso la Moray House, nel cui programma è previsto un certo numero di ore in cui gli studenti si cimentano sul campo con l’insegnamento. La ragazza ancora non lo sa, ma sta finalmente risalendo la china.

All’inizio del 1996, il manoscritto della Pietra Filosofale è terminato. Le idee che lo compongono sono adesso ordinate in un unico, organico e incantevole concept, pronto a muovere i suoi passi nel mondo babbano. Dalle corolle magiche di cinque anni prima è spuntato finalmente il primo di sette meravigliosi frutti, che ora attende solamente di essere colto.