Immaginate una fondazione privata nata per trovare e studiare reperti e manufatti del passato allo scopo di scoprire le verità sepolte con loro. Verità perdute, legate a leggende e civiltà antiche che la storiografia ufficiale spesso sceglie di ignorare. Questa fondazione è la Veritas, al centro della serie televisiva Veritas: The Quest prodotta nel 2003 dal network americano ABC.

Nelle intenzioni della produzione, la serie avrebbe dovuto unire componenti diverse bilanciando fantastico, sovrannaturale e racconto d'avventura con un approccio fresco e originale. Purtroppo, lo show ha chiuso i battenti dopo pochi episodi, sufficenti comunque per capire che c'erano realmente tutte le premesse per un buon prodotto. I toni avventurosi di Indiana Jones, uniti alle cospirazioni di Alias e all'uso – di solito – misurato dell'elemento fantastico fanno di Veritas un prodotto di qualità ed una serie atipica nel panorama televisivo, dove troppo spesso ad una produzione originale seguono varie figliazioni ripetitive e di minor valore.

La precoce conclusione della serie si deve allo scarso successo di pubblico, causato in parte da una programmazione infelice, e in parte dalla stessa originalità del prodotto, come abbiamo detto atipico e poco etichettabile. L'intrattenimento intelligente non è sempre una garanzia di successo commericale, e la breve storia di molti show diventati dei poi cult è lì a dimostrarlo.

L'originalità di Veritas: The Quest le ha assicurato un futuro breve. Come accennato, la ABC ha chiuso la produzione dopo solo tredici episodi, metà di una stagione televisiva completa. Per i network americani è una pratica comune commissionare metà stagione, osservare la risposta del pubblico e decidere in base ad essa se continuare o meno l'investimento, ma in questo caso la rete sembra curiosamente aver chiuso la partita prima ancora di scendere in campo. Pur avendo prodotto tredici episodi, infatti, ne ha mandato in onda solo i primi quattro. Una programmazione del genere ha segnato la fine dello show, ovviamente, che non ha neppure avuto la possibilità di formare un pubblico di affezionati.

Per quanto incredibile, Veritas ha avuto miglior fortuna in italia, dove durante l'estate 2005 è stata trasmessa interamente da Rai 2 (la guida agli episodi: www.fantasymagazine.it/rubriche/5846)

In dettaglio

La storia racconta delle avventure del gruppo Veritas ma si concentra in particolare su Nikko Zond, interpretato da Ryan Merriman, ventitreenne promettente con già una lunga carriera televisiva alle spalle.

Nel primo episodio Nikko viene espulso dall’ultima di una lunga serie di scuole e si ritrova dopo molto tempo a contatto con il padre, il noto archeologo Solomon Zond. Assieme allo spettatore, il ragazzo scoprirà che la carriera accademica di suo padre non è che una facciata dietro cui si cela la Fondazione Veritas, nata per cercare la verità sui misteri della storia e guidata dallo stesso Solomon.

Nikko e Solomon Zond
Nikko e Solomon Zond

Inizialmente contro il parere del padre, Nikko entrerà a far parte della squadra di Veritas e comincerà l'avventura della sua vita, un viaggio pericoloso che lo condurrà dal Tibet all'Antartide alla ricerca di misteri universali e che, soprattutto, lo riunirà a Solomon nella comune ricerca della verità dietro la morte della madre.

Se queste premesse possono far sospettare che si tratti in fondo di un teen-drama alla OC, niente paura. Sebbene si concentri in particolare su Nikko la serie tratteggia gli altri protagonisti quanto basta per renderli intriganti, soprattutto Solomon e Vincent. Inoltre, nel corso degli episodi l'atmosfera si fa più claustrofobica e dura, buona premessa per un'evoluzione che non c'è stata a causa della chiusura intempestiva.

La squadra Veritas include: Vincent Siminou, interpretato da Arnold Vosloo, noto al grande pubblico soprattutto per aver interpretato La Mummia nel film omonimo. Individuo riservato e dai molti misteri, Vincent è il confidente di Solomon e il suo protettore; impenetrabile, glaciale, da la sensazione di sapere molto più di quanto non voglia dire. In effetti il personaggio interpretato da Vosloo è una delle componenti più originali e ben strutturate del telefilm perché nei pochi episodi a disposizione Vincent mostra una innegabile gravitas ed un fascino sottile. È un peccato che non ci sia stato permesso di vederne i futuri sviluppi.

Il resto del team è composto da Calvin Banks (Eric Balfour), un archeologo nervoso ma brillante, Maggie Hayes (Cynthia Martells), esperta di computer, e Juliet Droil (Cobie Smulders), che si accolla il poco invidiabile compito di fare da insegnante privata a Nikko ma che in breve diventa parte integrante del gruppo.

(Qui trovate le schede dei protagonisti: www.fantasymagazine.it/rubriche/5847)